Giustizia: ci pensa Salvini

Rimestando tra i fogli degli articoli di giornali accumulati su uno dei miei tavoli, mi è capitato sotto gli occhi un pezzo di qualche giorno fa su “Il Giornale”, che, in quanto appartenente a Silvio Berlusconi è di opposizione al Governo, ma, in quanto di opposizione un po’ grossolana è filogovernativo, cioè favorevole a quella parte dell’opposizione che sta al Governo, è però alleato comunque con Berlusconi (lo dice anche lui). Matteo Salvini ha dichiarato: “Sto lavorando ad una riforma della giustizia”. Il tono è il solito: è uno schifo, ma ci penso io. Dimenticavo di dire più sopra, che quella strana posizione della Lega è, in sostanza quella di non perdere mai un’occasione per azzannare Di Maio, Conte, Toninelli etc. ma essere d’accordo con loro nel compiere ogni boiata a danno di noi, del Popolo di questo nostro povero Paese.

Un brivido ha seguito una risata. Una riforma della giustizia cui abbia dato mano, per poco che sia, uno come Salvini suscita, infatti, come primo impulso, una sonora risata. Ma, a meno di essere degli autolesionisti, capaci di portare questo loro insano istinto nella vita sociale, subentra subito la percezione dello spavento: c’è poco da ridere. Quale sarà, dunque il contributo del giurista Matteo Salvini alla Giustizia di domani?

Intanto vorrà imporre ai ministri della Giustizia di andare tutti travestiti da agenti di custodia, come fa lui che a travestirsi da poliziotto ci ha preso gusto. Poi, considerando che il ministro della Giustizia conta ben poco e Alfonso Bonafede non conta proprio niente e come guardia carceraria proprio non va, imporrà, che siano i magistrati a mettersi la divisa delle guardie carcerarie.

Scherzi a parte (c’è veramente poco da scherzare) quel “ci penso io” è una cosa seria, cioè una buffonata ma così pericolosa che non fa affatto ridere. Si dirà che una bella rimestata col mestolo dell’ignoranza in quella brodaglia sconclusionata della giustizia italiana, affidata, oltre tutto, all’“uso alternativo” che di essa, e delle “lotte” in cui essa dovrebbe ridursi, sia, tutto sommato, il meglio da fare.

Quando un edificio è fatiscente il meglio è dar mano al piccone demolitore. Ma Salvini, come tutti i suoi amici e nemici di questo Governo (e non solo) demolisce costruendo, cioè lasciando solo il segno della brutalità della sua supponenza. Ci mancava anche questa.

Aggiornato il 24 gennaio 2019 alle ore 12:44