Il fantasma del reddito

Come diceva il padre degli “espropri proletari”? “Uno spettro si aggira per l’Europa: è lo spettro del reddito di cittadinanza”! Ho deliberatamente usato l’incipit del Manifesto del Partito comunista di Karl Marx e Friedrich Engels con l’intuizione madre del M5S perché mi pare essere questa la giusta dimensione ottica per poter ragionare su di una notevole illusione ottica che sta pervadendo buona parte del nostro Parlamento. Quella di confondere il trasferimento del reddito con nuovi consumi. Quasi che esista una automaticità tra la spesa pubblica e il negoziante italiano finale. 

Semplificando al massimo il concetto: basta che solo 10 di quei 780 euro (per la persona singola beneficiaria) della quota mensile vengano spesi per l’acquisto di prodotti di provenienza (ad esempio) cinese che l’1,28 per cento della nostra ricchezza si incanali direttamente in direzione “estero”. Con buona pace del trasferimento autoctono nel Bel paese.  Ci rendiamo conto dell’altissima percentuale di rischio che stiamo correndo? 

Ma veniamo all’altro punto, orgoglio di Matteo Salvini: quota “100”. Anche in questo caso stiamo parlando di spesa ricorrente e improduttiva per l’intera sua ampiezza (posto che essa viene destinata a una tipologia di spesa previdenziale, quella pensionistica). Dal 2019 chi avrà, minimo, 62 anni di età e 38 di contribuzione, potrà vantare il diritto alla pensione. Per chi, invece, vorrà rimanere al lavoro verrà riconosciuto un bonus del 33 per cento in più sullo stipendio. Anche in questo caso parliamo di politiche semplicemente distributive di reddito: perché uno dei suoi scopi dichiarati è quello di “far lasciare il lavoro prima”. 

Indipendentemente dal giudizio di merito (su cui ciascuno è giusto abbia la propria opinione), come si potrebbe arguire, anche questa seconda colonna finanziaria è ad alto rischio: perché - se non dovesse esserci una traduzione in nuova domanda di produzioni nazionali e di lavoratori - ci si ritroverebbe al punto di partenza: laddove una massa di nuovi pensionati non sarebbe affatto rimpiazzata da nuovi virgulti. Semplicemente si sarebbe creato uno scivolo nuovo fiammante nel parco-giochi del mercato del lavoro italiano.

Aggiornato il 30 gennaio 2019 alle ore 11:27