Contrordine, c’è crisi

giovedì 31 gennaio 2019


Francamente fa rabbia la spudoratezza con la quale si sono sparate e si sparano previsioni fasulle, figlie per un verso dell’ignoranza e per l’altro dell’ipocrisia politica. Come se non bastasse, una volta sbugiardati, con altrettanta spudoratezza si dichiara che presto tutto inizierà a marciare, insomma la solita sciocchezza: “tra qualche mese arriverà il benessere”.

Ci riferiamo ovviamente al boom di Luigi Di Maio, alle certezze di Giuseppe Conte sulla manovra, alle rassicurazioni stesse del ministro Giovanni Tria, intrappolato suo malgrado in un Governo che lo inguaia e basta. Del resto lo stesso ministro Paolo Savona, che di economia se ne intende eccome, tace, non rilascia commenti e previsioni. Chissà, un motivo ci sarà pure.

Insomma, che fossimo sulla strada della recessione si era capito da mesi, bastava leggere i dati sull’export, solo per dirne una; ecco perché dichiarare il contrario è stato sintomo di ignoranza e di scriteriatezza. Per farla breve, sarebbe bastato tacere anziché strombazzare previsioni a Cinque Stelle, ma evidentemente dalle parti del Governo non sentono, tanto è vero che il Premier garantisce la ripresa a breve. Incredibile, ma vero.

Certo, tanto basterebbe per capire in quali mani siamo, e cosa ci aspetti nel prossimo futuro. Del resto a Roma il governo dei grillini dura da quasi tre anni, speriamo che al Paese non tocchi altrettanto. Oltretutto non vale nemmeno scaricare la crisi solo sul passato, povera Italia dalla padella alla brace, perché molto è iniziato durante la stesura del contratto pentaleghista. Insomma, quando si è capito che per via di autorevoli avversità il centrodestra non avrebbe governato, mentre l’alleanza fra Salvini e Di Maio sarebbe passata, è iniziata la crisi di sfiducia sulle note del contratto stesso.

Ecco perché lo spread, le Borse, le agenzie di rating, gli investimenti, sono peggiorati, solo ad immaginare i provvedimenti che sarebbero arrivati. Tanto tuonò che piovve. Inutile tornare sui dati della manovra della quale non condividiamo praticamente nulla, non servirà a crescere, a migliorare il Pil, a sviluppare il sud, a creare lavoro, a spingere gli investitori all’intrapresa, non servirà a nulla se non ad aumentare, e tanto, deficit e debito.

Del resto quando al governo si uniscono ignoranza ed arroganza, incapacità e testardaggine, dove si può andare se non a sbattere, purtroppo. Speriamo solo in un incidente di percorso, presto magari. Insomma una buccia di banana, un lampo sulla via di Damasco, una illuminazione della Lega; oppure chissà, lo scontro sull’autorizzazione chiesta da Catania contro Salvini. Quale che sia, speriamo che sia, prima è meglio è.


di Alfredo Mosca