Che orchestra…

Mòseca, diceva il grande Totò, trombe, tromboni e trombette, che parlano, straparlano e mettono in piazza, comunque e dovunque, di tutto e di più. Incredibile ma vero.

Insomma, fate voi, se sia normale o meno, spettegolare e cianciare in libertà, mettendo a parte, dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno, le posizioni interne di questo o di quello, dell’Esecutivo. Sia chiaro, di fuori onda ne abbiamo sentiti e tanti, di cotte e di crude, ma andare oltreconfine con giudizi personali, è una novità assoluta, una primizia.

Insomma, la regola del silenzio, che è oro, sembra sconosciuta, specialmente ai grillini, e specialmente in Europa, dove oltretutto non ci amano e proprio Francia e Germania, ci escludono dagli incontri e dalle decisioni. Verrebbe da dire che siamo alla frutta, alle allegre comari di Shakespeare, oltretutto in un anno, questo, che sarà devastato e devastante, anche per via delle scelleratezze di una manovra sbagliata.

Insomma, che fosse recessione si sapeva, il governo lo ha ammesso, eppure cosa si è fatto? Si è iniettato il virus, anziché il vaccino, roba da non credere. Ecotasse, web tasse, tasse locali, tasse sui giochi e domeniche non solo a piedi, ma coi negozi chiusi, per non parlare dei costi della fattura elettronica e del blocco dei cantieri.

Mòseca, signori, anziché una cura da cavallo, per la crescita, il sud, e l’intrapresa, anziché una sforbiciata fiscale, una ghigliottina sulla burocrazia, sapendo della recessione, hanno suonato il walzer dell’assistenzialismo e dello statalismo. Insomma fra reddito e quota 100, si è disposto un falò di miliardi, un sostegno al caos e al regno dei furbetti, un invito alla pensione costoso, che produrrà poco o niente in sostituzione, un incentivo alla nullafacenza anziché al lavoro, mòseca. Servirà una manovra correttiva, anzi un manovrone, parliamo di miliardi e tanti, mezzo punto di Pil almeno, per farla breve saranno tasse e tasse, per ripianare il buco della scriteriatezza, dell’ignoranza, dell’incapacità.

Peggio di così non avremmo potuto iniziare il 2019, eppure prima o poi qualcuno, la responsabilità di questa situazione dovrà prendersela, era evidente che coi grillini saremmo andati contro un muro, a marzo ha vinto il centrodestra, non lo scordiamo. Ecco perché diciamo a Matteo Salvini: pensi alla “Diciotti”, all’’autorizzazione, che i grillini vorrebbero votare, rompa e torni al centrodestra, tenendo duro si vota di sicuro e con Forza Italia e la Meloni sarà un trionfo, senza trombe, trombette e né tromboni.

Aggiornato il 01 febbraio 2019 alle ore 11:07