Forza Italia voterà bene, speriamo abbia capito

Nella giornata del 30 gennaio, può dirsi, se non superato certo assai attenuato, il pericolo rappresentato dall’intervento a gamba tesa del Partito dei Magistrati più che contro Matteo Salvini per conquistarsi un ruolo preminente nella politica e negli affari di governo italiani, profittando della sciagurata gazzarra in cui si dibatte la cosiddetta maggioranza Lega-5 Stelle.

L’autorizzazione a procedere, chiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania era ed è un tentativo di procurarsi una complicità suicida del Senato ad un intervento delle Toghe nel merito della politica governativa e di sopraffazione sugli altri poteri dello Stato. Che, pur essendo politica sciagurata non per questo può giustificare la delega alla magistratura attraverso false formulazioni di reati inventati e contestati allo scopo di consentire un vero e proprio attentato contro le libere Istituzioni.

Matteo Salvini, il Capitan Fracassa della commedia dell’arte italiana, era caduto nella trappola. Certo non si può pretendere da un Salvini la coscienza del limite costituzionale del potere del Governo anche a protezione dell’Esecutivo dalla prevaricazione del potere giudiziario. Così, spandendo e sperperando, secondo la sua convenienza, un potere di disporre dell’imputazione a lui addebitata, facoltà che non aveva e non ha, Salvini aveva subito dichiarato “Ben venga il processo, io me ne fotto”. Giuocando così il potere, appunto, che non ha per valersene sulla scena della lotta interna con i 5 Stelle.

Che a loro volta, in nome del loro cieco autolesionismo di fronte all’espansione del potere giudiziario, sembrano insistere nel voler concedere l’autorizzazione. In un articolo di Alessandro Sallusti su “Il Giornale” abbiamo finalmente sentito affermare: “I giudici sono più pericolosi degli immigrati”. Più puntuale ancora un giornale fuori dal coro, “Il Dubbio” in cui Piero Sansonetti, il direttore, ha levato un vero grido di allarme contro il Sì del Senato e contro la ferita mortale che esso rappresenterebbe per le libere Istituzioni del Paese. Contemporaneamente, Forza Italia ha pure mostrato di aver capito oggi quello che non volle comprendere all’epoca dell’impudente persecuzione giudiziaria di Silvio Berlusconi. Voterà No. Meglio tardi che mai.

Se i 5 Stelle, sfidando il ridicolo oltre che la Costituzione ed il buon senso politico, voteranno per l’incriminazione di un vicepresidente del loro Governo, anche se non ne dovesse derivare la rottura formale della maggioranza, si presenterebbero al Paese per quelli che sono: i tirapiedi ignoranti e cocciuti di un incombente regime autoritario.

Certo c’è da domandarsi: Forza Italia, gli altri che voteranno N0, lo faranno per aver capito esattamente i termini della questione, per quelle ragioni di cui, tanto per intenderci, ha scritto Sansonetti su “Il Dubbio” (e che noi, che non siamo nessuno, avevamo già elaborato in precedenza) o, invece, solo per non provocare il finimondo che non se la sentono di affrontare?

Interrogativo cui lasciamo ad altri rispondere. Quel che conta è che questo colpo di mano non contro un personaggio antipatico, ma contro le Istituzioni Repubblicane, fallisca. C’è ben altro su cui battersi contro questo Governo. Auguri al No.

Aggiornato il 01 febbraio 2019 alle ore 12:28