Costruire la nuova Europa

Le economie degli Stati europei sono fortemente interconnesse. La Germania oggi ha un eccesso di risparmio dell’otto per cento lucrato grazie all’euro e a svantaggio degli altri Stati membri. L’Italia commercia ed esporta in Germania un dieci per cento circa. Dunque, se la Germania spendesse e rimettesse in circolo quel suo otto per cento, il nostro Pil crescerebbe, ad esempio, dello zero virgola otto per cento, determinando per il nostro Paese la crescita zero. Che è sempre meglio dell’attuale recessione economica. Dall’euro nessuno di noi ha intenzione di uscire. Sarebbe un clamoroso errore. Di più: un suicidio. Ma se, come dimostra la realtà sotto gli occhi di noi tutti, l’attuale rapporto e gestione dell’euro non funziona impedendo alla nostra economia e politica economica di correre, perché non dovremmo esigere un funzionamento migliore?

Se le regole europee che ci siamo date sono sbagliate o sono state distorte, chi può ostacolare o impedire all’Italia di imporre la loro rimodulazione e ricontrattazione nell’interesse di tutti noi cittadini europei? La verità è che l’Europa attuale, l’Europa franco-tedesca, così come è oggi strutturata e attrezzata, non va da nessuna parte. L’Italia ha tutti i mezzi e le capacità, per riformulare l’esistente e dare vita alla nuova Europa.

Aggiornato il 04 febbraio 2019 alle ore 17:08