Governo e dintorni

Uno gli dice che se deve “rompere i coglioni” è meglio che se ne vada da Berlusconi, l’altro lo accusa di sparare “supercazzole”. Gli alleati (o presunti tali) riservano un trattamento che poco si addice ad alleati di governo. Lui, tra una spaghettata ed una fetta di pane alla Nutella, fa finta di essere superiore (non ci vuole molto) ai suoi infingardi alleati e tira dritto per la propria strada, anche se le voci lo danno in lacrime di fronte al proprio armadio indeciso nella scelta su quale divisa indossare a Primavera.  Insomma, la situazione di governo è imbarazzante e di certo mai sarà il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli ad assurgere al ruolo di garante dell’esecutivo. E le opposizioni? Nella sostanza sono inutilmente impegnate in dibattiti fratricidi (il Pd) o nell’ennesima incoronazione di un sovrano oramai stanco ma costretto a ripresentarsi agli elettori in assenza (anche per sua stessa colpa) di eredi degni di nota e quasi privi di consenso.

In questo bailamme rigonfio di incompetente arroganza, incapacità, mancanza di strategia politica ed inspiegabile autolesionismo, è stato l’ex ministro Carlo Calenda a lanciare l’unica proposta (SiamoEuropei) in grado di attrarre intorno ad un manifesto programmatico (era ora, soprattutto dopo uno stravagante contratto per il governo di un cambiamento che sembra tendere al peggio per il Paese) un cartello di “forze da mobilitare per la costruzione della nuova Europa: quelle del progresso, delle competenze, della cultura, della scienza, del volontariato, del lavoro e della produzione”. Per dirla in breve, l’unica iniziativa attualmente in grado di fare da argine ad un nulla politico intriso di uno pseudo-sovranismo destinato, per la sua inconsistenza, ad avere una vita piuttosto breve.

Aggiornato il 04 febbraio 2019 alle ore 20:56