Tav, ennesimo braccio di ferro Salvini-Di Maio

Il terreno di scontro dei due vicepremier è sempre la Tav. Per Matteo Salvini, “i treni che viaggiano meglio e veloci tolgono i tir dalle strade, sono per un’Italia che va avanti”. Ma la replica, piccata, di Luigi Di Maio non si fa attendere. “L’opera non si farà, io tiro dritto”, sostiene il leader pentastellato. I due dioscuri del governo gialloverde sono in Abruzzo per la volata finale, in vista delle regionali di domenica 10 febbraio. “Il tema – chiosa ironico Di Maio – non è il ridimensionamento dell’opera, è una supercazzola”. La replica di Salvini è all’insegna del sarcasmo. “Di Battista ha detto che non devo rompergli i coglioni? Mando pane e Nutella anche a lui. O un Bacio Perugina, ma potrei essere frainteso. È bel ragazzo…”.

Il dibattito sulla Torino-Lione rischia di minare le fondamenta dell’esecutivo pentastellato. Ma al momento, il più ottimista sulla tenuta della compagine governativa è proprio il ministro dell’Interno. “Io non litigo con nessuno – ribadisce – se qualcuno ha scavato 25 chilometri di galleria è più utile finirla o lasciarla così? Per capirlo non serve una laurea al Politecnico”. Ma Di Maio non vuole barattare la Tav con l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, per il caso “Diciotti”: “Per carità – sottolinea – noi non ragioniamo così. Chi ha messo in mezzo questa cosa ragiona con la logica dello scambio”. Eppure, secondo il presidente della Camera Roberto Fico, a proposito del “No alla Tav non si può tornare indietro. Bisogna andare avanti rispetto a ciò che si è detto nel contratto”.

Aggiornato il 04 febbraio 2019 alle ore 20:09