Nessun dubbio, c’è solo il centrodestra

Con i grillini che per un verso devastano il Paese e per l’altro crollano nel consenso elettorale, a questo punto fare finta di niente sarebbe demenziale. Insomma, dopo il trionfo di Marco Marsilio e la vittoria in Abruzzo solo uno sprovveduto non capirebbe cosa vogliano gli italiani.

Matteo Salvini non deve temere la crisi dell’Esecutivo, perché stavolta Sergio Mattarella non avrebbe scelta, il voto, oppure un incarico al centrodestra per formare un nuovo governo. Ogni alternativa di centrosinistra, cattocomunista, per collegare i grillini al Partito Democratico, scatenerebbe nel Paese altro che i gilet gialli; sarebbe una ipocrisia esiziale, insomma non esiste e basta. Dopo l’Abruzzo il dado è tratto, e l’esperimento pentaleghista che ha fatto già danni enormi deve finire qui prima che ci trascini nell’abisso sociale ed economico. Al Paese serve altro e presto, a partire da una svolta liberale, italianista, repubblicana e laica; occorre una destra liberaldemocratica che faccia le riforme e restituisca il futuro agli italiani, giovani e anziani. Una destra liberale che riscriva la Carta, dalla giustizia al presidenzialismo, dal federalismo solidale all’architettura istituzionale, una Costituzione nuova di zecca, moderna, agile, scorrevole, soprattutto liberale anziché cattocomunista. Inutile nascondersi del resto, se a marzo scorso, come chiedeva Giorgia Meloni, si fosse dato l’incarico al centrodestra, politicamente vincitore, non saremmo a questo punto della storia, che sia chiaro a tutti.

Col centrodestra al governo sul programma concordato, il Pil non sarebbe crollato né lo spread schizzato a 300, i capitali fuggiti e gli investimenti precipitati; di certo, poi, non ci saremmo ritrovati nell’isolamento internazionale, dunque a buon intenditor... Sia come sia, al netto di queste considerazioni, su Bankitalia stiamo con Salvini, la “riforma” della banca centrale è indifferibile, noi lo scriviamo da anni, serve un cambiamento radicale. Del resto basterebbe riflettere sugli scandali, le opacità e le inchieste che hanno attraversato sia il mondo bancario e sia Bankitalia negli ultimi decenni per capire e provvedere. Ma se tutto ciò non bastasse, dovremmo farci la domanda delle domande, perché solo da noi la banca centrale ha dato capi di Stato, premier e ministri delle Finanze e del Tesoro? Perché in nessun Paese al mondo è successo altrettanto?

E ancora, come mai, gli scandali bancari, le strane fusioni, le truffe ai risparmiatori, sono state in Italia tanto frequenti, ripetute e spesso mal gestite a difesa dei correntisti? Insomma, che piaccia o meno, Bankitalia va cambiata, dallo statuto ai poteri, dalla organizzazione alle incompatibilità, va trasformata e resa davvero terza e trasparente. Ecco perché la difesa strumentale della banca centrale non ci piace e suona strano. Ci si perdoni, ma il divino Giulio Andreotti diceva che a pensare male…

Aggiornato il 11 febbraio 2019 alle ore 11:25