Zingaretti: “Conte criticato perché l’Italia non conta più niente”

Nicola Zingaretti attacca frontalmente Giuseppe Conte. “Il premier è stato criticato al Parlamento di Strasburgo perché il nostro Paese, dopo 8, 9 mesi di questo governo, negli scenari internazionali non conta più niente. Questo è il dato politico che dobbiamo rilevare”. Sono le parole del candidato segretario alle primarie del Pd, pronunciate ai microfoni di “Circo Massimo”, su “Radio Capital”. Secondo il governatore del Lazio, “la cosa drammatica all’Europarlamento era l’aula vuota di fronte al presidente del Consiglio italiano. Credo che non fosse mai successo. Il primo segnale che viene è il crollo della credibilità del nostro Paese. Io, da parlamentare europeo, ricordo quando i leghisti contestarono Ciampi. L’Italia veniva guardata con rispetto e contava in Europa. Adesso non conta più niente. Conte mi ricorda Craxi, Andreotti, Forlani, il Caf, il governo della governabilità, cioè l’idea di anteporre gli interessi dei partiti agli interessi del Paese. Il problema non è la stabilità a prescindere, ma sono gli effetti della stabilità. Quel tipo di governabilità non ci serve a nulla”.

Dopodiché, Zingaretti opera una netta distinzione tra pentastellati e leghisti. “Non c’è una prospettiva di governo con M5s – sostiene – ma non sono sullo stesso piano della Lega e dell’elettorato della Lega. È miopia non capire cosa è accaduto in Italia e perché tutti quelli che si sono astenuti o hanno votato M5s lo hanno fatto. C’è una mobilità totale dell’elettorato, che forse ha scelto M5s per motivi da guardare in faccia. Bisogna recuperare quei voti. M5s è vittima e complice di un progetto che sta mettendo l’Italia sul lastrico, ma anche liquidando lo stesso movimento”.

A proposito delle alleanze per le europee, Zingaretti sottolinea un aspetto che ritiene decisivo. “Il Pd – chiosa – non è un disvalore. In Abruzzo c’è stato un atto eroico del partito e di Legnini, puntando tutto sull’allargamento delle alleanze; in altre città e regioni come nel Lazio ciò ha portato sia a vittorie che al rafforzamento del Pd. Non è vero che il Pd isolato è più forte. Bisogna superare l’idea boriosa di solitudine del partito. Occorre rifondare l’idea di un’alleanza con la società. Senza un nuovo Pd, Salvini governa per trent’anni, se lo distruggiamo ci illudiamo. Per questo è importante che tanta gente vada a votare il 3 marzo alle primarie. Dobbiamo costruire l’alleanza che non c’è: è sbagliato rimettere insieme cocci del passato, compresi modelli vincenti con Prodi”.

Infine, Zingaretti parla anche dell’ex segretario dem, Matteo Renzi. “Mi auguro – afferma – non faccia un suo partito. Farò di tutto perché non ci sia una scissione. Se lo facesse sarebbe una contraddizione drammatica rispetto al suo denunciare i pericoli del governo e poi frammentare il centrosinistra e impedire la ricostruzione del Pd. Lo ha sempre negato e voglio credergli. Spero dia, invece, il suo contributo”.

Aggiornato il 14 febbraio 2019 alle ore 13:06