Caso Corea del Nord, Salvini: “non c’entro nulla”

Matteo Salvini non ne sapeva niente. Il ministro dell’Interno, stamattina, ai microfoni di “Radio anch’io”, in onda su Radio Uno, ha detto di non essere a conoscenza del rimpatrio forzato a Pyongyang della figlia 17enne dell’ex ambasciatore nordcoreano a Roma. “Chiedetelo al ministero degli Esteri – ha affermato Salvini – è una questione di ambasciate. Io non ne sapevo nulla, non c’entro nulla”. Il vicepremier leghista ha fatto sapere che non andrà a riferire sulla vicenda in Parlamento, come chiesto da numerosi parlamentari pentastellati. “Se c’è una ragazza che è voluta tornare dai nonni nel suo Paese – ha detto Salvini – ha preso un aereo di linea arrivando tranquillamente in aeroporto, superando i controlli di polizia e facendo il check-in senza dire nulla, cosa c’entra il ministro dell’Interno?”.

E ora? Cosa diranno ora i grillini? Si accontenteranno delle parole di Salvini? O faranno quadrato, come sempre? Della serie, molto rumore per nulla? In ogni caso, secondo il leader del Carroccio, si tratta di “un problema di rapporto tra ambasciate. E la questione va posta al ministro degli Esteri. Io vado a riferire su quello che è di mia competenza e di mia conoscenza. Qui non ne sapevo un accidente e non c’entravo un accidente. Cosa vado a riferire?”.

Ieri, il ministero degli Esteri aveva reso noto che “l’ambasciata disse che la ragazza voleva tornare dai nonni. L’ambasciata della Corea del Nord a Roma, il 5 dicembre 2018, ha informato la Farnesina che l’ex incaricato d’affari Jo Song Gil e la moglie avevano lasciato l’ambasciata il 10 novembre e che la figlia, avendo richiesto di rientrare nel suo Paese dai nonni, vi aveva fatto rientro, il 14 novembre 2018, accompagnata da personale femminile dell’ambasciata”.

Aggiornato il 21 febbraio 2019 alle ore 12:34