giovedì 21 febbraio 2019
Matteo Salvini non ne sapeva niente. Il ministro dell’Interno, stamattina, ai microfoni di “Radio anch’io”, in onda su Radio Uno, ha detto di non essere a conoscenza del rimpatrio forzato a Pyongyang della figlia 17enne dell’ex ambasciatore nordcoreano a Roma. “Chiedetelo al ministero degli Esteri – ha affermato Salvini – è una questione di ambasciate. Io non ne sapevo nulla, non c’entro nulla”. Il vicepremier leghista ha fatto sapere che non andrà a riferire sulla vicenda in Parlamento, come chiesto da numerosi parlamentari pentastellati. “Se c’è una ragazza che è voluta tornare dai nonni nel suo Paese – ha detto Salvini – ha preso un aereo di linea arrivando tranquillamente in aeroporto, superando i controlli di polizia e facendo il check-in senza dire nulla, cosa c’entra il ministro dell’Interno?”.
E ora? Cosa diranno ora i grillini? Si accontenteranno delle parole di Salvini? O faranno quadrato, come sempre? Della serie, molto rumore per nulla? In ogni caso, secondo il leader del Carroccio, si tratta di “un problema di rapporto tra ambasciate. E la questione va posta al ministro degli Esteri. Io vado a riferire su quello che è di mia competenza e di mia conoscenza. Qui non ne sapevo un accidente e non c’entravo un accidente. Cosa vado a riferire?”.
Ieri, il ministero degli Esteri aveva reso noto che “l’ambasciata disse che la ragazza voleva tornare dai nonni. L’ambasciata della Corea del Nord a Roma, il 5 dicembre 2018, ha informato la Farnesina che l’ex incaricato d’affari Jo Song Gil e la moglie avevano lasciato l’ambasciata il 10 novembre e che la figlia, avendo richiesto di rientrare nel suo Paese dai nonni, vi aveva fatto rientro, il 14 novembre 2018, accompagnata da personale femminile dell’ambasciata”.
di Mino Tebaldi