Sciacalli in volo

C’è da rabbrividire a sentire i sinistri, radical chic, tirare in ballo la politica di Salvini, sull’attentato del bus di San Donato, finito bene per fortuna, grazie al coraggio di un ragazzino, e alla straordinaria capacità dei nostri carabinieri. Insomma ci vuole un gran faccia tosta, roba da sciacalli in volo, visto che da anni in Italia, il livello di guardia sui pericoli terroristici, si è alzato eccome.

Anzi a dirla tutta, è proprio nella scorsa legislatura, quella diciamo cattocomunista, che il livello di rischio sulla sicurezza, ha raggiunto il massimo possibile. Dunque, cosa avrebbero detto, i radical chic, se malauguratamente allora, fosse successo qualcosa di terribile, chi avrebbero accusato? Il governo di turno? Oppure come amano di fare, escogitato qualche ipocrisia pur di parlare? La verità è una sola, il gesto di quel folle criminale, è il gesto di un malato di mente, di un delinquente, che mai avrebbe dovuto essere alla guida di quel bus, punto. Dopodiché tutt’altro è il ragionamento sulla politica dell’accoglienza, sull’immigrazione, dunque Salvini non c’entra niente, nulla di nulla. Sia chiaro condividiamo, su questo tema, l’indirizzo del Vicepremier, anche se difenderlo non ci interessa, del resto i nostri giudizi su Salvini sono tutti scritti, ma sull’episodio drammatico del bus, Lui davvero, che c’entra?

Per noi invece, quello che dovrebbe far riflettere, è proprio il buonismo ipocrita, la politica demenziale degli anni scorsi, le braccia aperte senza limiti dei cattocomunisti. L’integrazione e l’accoglienza sono cose serie, laiche per noi, non funzionano con la pietas e la caritas, ma con un percorso fatto di strutture, di organizzazione, di controllo e di gestione, di capacità di governo e inserimento dei flussi migratori.

L’accoglienza e l’integrazione, non è per fare i buoni, per mettersi a posto col Padreterno, è un fenomeno secolare, da saper amministrare con competenza, coscienza e con sapienza, altroché venite venite, c’è posto illimitatamente. Tanto è vero che aver accolto scriteriatamente, senza limiti né controllo, ha condotto per un verso, a stimolare scafisti e partenze, per l’altro a generare nel paese insicurezza e timore.

Del resto a che serve accogliere per abbandonare, ricevere una marea di sconosciuti per sparpagliarli a caso, ammassarli in centri poco adatti, sapendo che fuggiranno, per finire in mano alla criminalità locale. Perché che piaccia o meno, questo è successo con l’accoglienza incontrollata, le braccia aperte tout court, hanno portato alle favelas, agli accampamenti, alle baraccopoli nei parchi, nei giardini, delle città e dei comuni.

È aumentato il caporalato, il lavoro nero, lo spaccio e la prostituzione, parliamo di dati e non di una invenzione, ecco perché la gente dal nord al sud, si ribella, protesta e ha più paura, negarlo è ipocrisia. Oltretutto in questi anni, si è demenzialmente finto di non sapere, quanto la situazione degli italiani fosse peggiorata, nella povertà e nel lavoro, quanto all’interno crescessero i problemi.

Ecco perché c’è da cambiare approccio, serve il contrario del passato, a partire dall’Europa, obbligandola a muso duro a dimostrare l’unità a fatti e non a parole, costi quel che costi, solo così ne usciremo bene, altrimenti saranno solo pene.

Aggiornato il 22 marzo 2019 alle ore 10:34