Sei d’accordo con il Governo nazionale, ma ti stanno antipatici quelli del Movimento 5 Stelle? Vota Matteo Salvini. Lui è il vicepremier ed “è diverso da quelli là, non è andato nemmeno a omaggiare l’imperatore rosso Xi Jinping. Salvini sì che ha gli attributi”.

Non sei d’accordo con le politiche fallimentari del governo nazionale M5S e aspetti le solite elezioni amministrative per dargli la proverbiale tirata d’orecchie? Vota Matteo Salvini. Lui non è con loro, tant’è che presenta le liste e i candidati di destra, con i più fermi oppositori berlusconian-meloniani... però la Lega è un’altra cosa. E via discorrendo.

Salvini c’è e non c’è e vince sempre: lui è la vera, immarcescibile, opzione “win-win”. Le elezioni amministrative parziali da sempre hanno rappresentato (tranne la “parentesi quadra renziana”) una sorta di gioco dei quattro cantoni per l’elettorato italiano. Segnando anche (è stato il caso delle elezioni amministrative del 1975) degli importanti punti di svolta pure per la stessa politica romana. Anche questa volta sembrava che dovesse accadere la stessa cosa. Invece la politica 2.0 ha introdotto una variante non di poco conto. Che può essere ben definita l’opzione “win-win” (vinci sempre, basta che punti su Salvini). Lui, indisturbato con il suo look da ventenne (ma di anni ne ha il doppio), procede sempre attorniato tra ali di folla adorante e non sorvola neppure sulle legittime bordate di fischi che “ó ministro” stronca, dai palchi di tutta Italia, con battute ferme e di sfida volgare che farebbero invidia al miglior Thomas Milian.

È quella opzione che consente a questa sorta di Braveheart della politica nostrana di rastrellare ovunque messe di voti, tanto a destra che a sinistra, tanto dall’elettorato femminile che da quello maschile, tanto dal nonno che dal nipote. Sia al Nord, che al Sud: non disdegnando il padrone e l’operaio. Che abbia trovato, quest’uomo, la bacchetta magica del modo giusto di fare politica oggi in Italia?

In una epoca in cui l’ideologia non esiste più e dove in rete non importa come ci stai, ma quanto ci stai, forse ha ragione Salvini che ha capito che la coerenza vive lo spazio di un byte e che sta seguendo le orme per quasi tutto un tragitto che pure una persona, prima di lui, aveva percorso.

Potremmo definirlo, il buon Matteo, un “Bettino Craxi 2.0”. Una raccomandazione, però, è giusto fargli. Se la sua classe dirigente, tanto a livello nazionale che locale, sarà accorta a non commettere più quegli errori che è assai facile fare quando hai l’ebrezza della onnipotenza, probabilmente non incontrerà più ostacoli di sorta. Con buona pace di tutti quelli che ancora si illudono che la politica sia un serio contrapporsi di progetti alternativi e che ancora le parole “destra” e “sinistra” abbiano un senso.

No, non è più così e Salvini, da vera “volpe del deserto”, sta incassando tutto il banco.

Aggiornato il 25 marzo 2019 alle ore 13:44