Scontro sul “Salva-Raggi”: rischio crisi dopo le Europee

La fine dopo quattro difficili ore. Si è chiuso così uno Consigli dei ministri più arroventati della storia recente del governo gialloverde. Ma la frattura che si è consumata ha lacerato l’esecutivo. Matteo Salvini ha ottenuto lo stralcio di gran parte del cosiddetto “Salva-Roma”. Ma i pentastellati non ci stanno e hanno annunciato battaglia in sede di conversione del decreto in Parlamento. Non solo. Il Movimento cinque stelle ha rinnovato la richiesta di dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri. È passata senza apparenti difficoltà la norma sui rimborsi ai risparmiatori truffati delle banche. E il tetto dell’indennizzo diretto, tra la soddisfazione dei grillini aumenta da 100mila a 200mila euro.

Nel corso del Cdm si è registrata anche la dura presa di posizione di Giuseppe Conte contro il leader leghista: “Non siamo i tuoi passacarte”, avrebbe detto il premier. Pare che la replica del vicepremier sia stata altrettanto piccata: “Non ti permettere”.

Eppure, dopo l’estenuante confronto il ministro dell’Interno si è dichiarato soddisfatto. Soprattutto sul “Salva-Roma”. Perché “i debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani, ma restano in carico alla sindaca. Lega soddisfatta. Stralciati i commi 2,3,4,5,6 della norma Salva-Raggi”.

D’altro canto, per i grillini, “il Cdm ha dato via libera ai commi 1 e 7, sugli altri deciderà il Parlamento. È un punto di partenza, siamo sicuri che il Parlamento saprà migliorare ancora di più un provvedimento che, a costo zero, fa risparmiare soldi non solo ai romani ma a tutti gli italiani”.

Le ricostruzioni di giornata segnalano, in prima battuta, alle 19, la presenza di Salvini, Giorgetti e dei ministri leghisti e l’assenza di Luigi Di Maio. I pentastellati sono rappresentati soltanto da Barbara Lezzi, Alberto Bonisoli ed Elisabetta Trenta. Di Maio arriva alle 21, dopo la registrazione del suo intervento a La 7, all’interno del programma di Giovanni Floris, Di Martedì. Per queste ragioni, il leader leghista viene definito furibondo. Per Salvini, dopo le Europee può saltare tutto”.

Sono del tutto evidenti i motivi dello scontro in atto tra riottosi alleati di governo: il “Salva-Roma” e le scelte del sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione.

Aggiornato il 24 aprile 2019 alle ore 11:54