Mani tese verso la Lega

Matteo Salvini invoca Dio per se stesso col rosario in mano. Potrebbe invocare qualcun altro, senza scomodare il Padreterno. Venerdì sera il Presidente Silvio Berlusconi, ai microfoni della Barbara Palombelli, su Rete 4, ha sommessamente ricordato quando scese in politica, sconsigliato da tutti, incoraggiato soltanto da sua madre. Fu proprio la genitrice a metterlo in guardia, dopo una riunione di famiglia – e di manager – durata fino alle tre di notte, senza tuttavia fargli mancare il tuo appoggio. Sapevano tutti che l’allora “Silvio” com’era semplicemente conosciuto nei salotti buoni, le avrebbe passate di tutti i colori a causa dei cosiddetti “politici di professione”.

Ancora oggi, imprenditori dalla visuale corta, non capiscono l’importanza di mettersi in gioco. La lungimiranza e la passione del Presidente Berlusconi lo condussero a costruire, coi soli mezzi personali, un grande movimento azzurro, poi divenuto un Partito, cristallizzato attorno alla sua figura umana, mediatica e infine politica. Mai abbattuto, mai distrutto dagli oltre ottanta processi e relative calunnie a suo carico, si è sempre comportato come un abile stratega, sì, forse capace di un istrionismo fuori dagli schemi, tuttavia schietto e leale con tutti. Ancora oggi il movimento popolare, sia a livello europeo che locale, difetta della scarsa partecipazione di molti imprenditori. Anche Silvio Berlusconi è politicamente “fiaccato” da una linea troppo personale, diremmo “berluscocentrica” a causa della mancanza di alternativa a lui medesimo.

Forse Matteo Salvini potrebbe costituire un delfino leale e solvibile, dopo la successione di scommesse alquanto fallimentari che il Cavaliere fece, dando troppa fiducia a personaggi arrivisti e di scarsa caratura. Ci pare che il Presidente ancora tenda la mano alla Lega e a Matteo Salvini. Potrebbe essere l’ultima opportunità per un partito tendente al centrodestra moderato di allearsi con la parte vincente della politica e del Paese.

Aggiornato il 25 maggio 2019 alle ore 01:28