Lettera Ue, Oggi la replica del governo gialloverde

L’Unione europea attende oggi una risposta di Roma alla lettera di chiarimenti sul debito. “Non aumenteremo l’Iva e le tasse, ce lo possono chiedere quanto vogliono”, attacca il vicepremier Matteo Salvini. La Lega intanto stringe sulla Flat tax: tre aliquote e reddito familiare. Ma di Flat tax, sostiene Giovanni Tria, intervenendo ieri al Festival di Economia di Trento, “non abbiamo parlato. Non in particolare: abbiamo parlato dei problemi dell’economia italiana e di come rilanciare la crescita e i problemi che abbiamo di fronte e quali sono le ultime proiezioni che rimanda l’economia italiana”.

Il ministro ribadisce che la riposta alla lettera Ue sul debito “è diretta a spiegare alla Commissione europea cosa è accaduto e a dare spiegazioni su quello che ci hanno chiesto nella lettera per evitare di arrivare alla richiesta di una manovra correttiva: le manovre correttive non servono”. Tria sottolinea l’accordo nel governo “su come condurre le finanze pubbliche rispettando le regole europee. Noi prevediamo che l’obiettivo di deficit 2019 possa essere anche inferiore a quello scritto come previsione nell’ultimo Def, senza alcuna manovra”, cioè il 2,4 per cento.

Per il ministro, non ci sono ora le condizioni per accelerare il calo del debito. “Il problema dell’Italia è non spaventare gli investitori: in un momento di forte rallentamento non siamo in condizioni di far aumentare il debito ma non possiamo” nemmeno “andare in modo accelerato a riduzione del debito” perché non darebbe “maggiore fiducia agli investitori che devono” anche “vedere prospettive di crescita”. Tria ha sottolineato che non sarebbe “vantaggioso per l’Italia e per l’Europa”.

Il ministro dice la sua anche sul successore di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea. “A noi – afferma – interessa avere un italiano nel board della Bce ma questo non significa condizionare le nostre preferenze. L’importante è avere un buon presidente, almeno altrettanto buono come Draghi. Ci sono vari candidati di vari Paesi e vanno esaminati tutti quanti, le loro caratteristiche, come la pensano, le loro competenze. Dire tedesco, francese o finlandese è fuorviante”.

Aggiornato il 31 maggio 2019 alle ore 14:07