Salvini replica a Oettinger: “Rispetto parametri Ue, ma Italia viene prima”

Per l’Unione europea la procedura d’infrazione per i conti italiani è ormai inevitabile. Il commissario Ue al Bilancio, Guenther Oettinger, ha avvertito che Bruxelles potrebbe avviare l’iter per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro Paese. “Se i numeri verranno confermati, non potremo sottrarci alla procedura di infrazione”, ha detto in un’intervista all’emittente televisiva tedesca N-Tv. “L’Italia non dovrebbe essere un rischio per l’Eurozona”, ha aggiunto Oettinger.

Ma Matteo Salvini non ci sta. Parlando ai microfoni di Radio Anch’Io, su Radio Uno, il ministro dell’Interno ha detto che “si farà tutto il possibile per rimanere nei parametri stabiliti ma se suo figlio ha fame e per dargli da mangiare deve ridiscutere un parametro con il capoufficio che fa? Viene prima il figlio o il capoufficio? Viene prima un figlio, con tutto il rispetto per il capoufficio. È una non scelta. Stiamo in Europa ma rivendendo le norme: quante volte è successo? Accadde anche con la direttiva Bolkestein”.

Secondo il leader del Carroccio, “bisogna accelerare sull’attuazione del contratto di governo. Chiedo di accelerare sulle cose: taglio delle tasse, riforma della scuola e della giustizia, autonomia. Avevo chiesto un voto per provare a cambiare l’Europa, non ho certezze ma almeno dò battaglia. Non ho chiesto il voto agli italiani per portare tre ministri o sottosegretari in più. Non vendo certezze ma coraggio e idee chiare”.

Per il vicepremier leghista “Flat tax e autonomia vanno attuate nelle forme che serve all’Italia: la riduzione delle tasse è l’unico modo per tornare a far crescere il Paese. Bisogna rendere possibile e conveniente pagare le tasse. Ogni anno se si va avanti con la politica dei tagli, il debito sale di 65 miliardi. Dove troviamo 40 miliardi? È giunto il momento del coraggio, della presa d’atto”. Dunque uno shock fiscale? “È quello che sta accadendo negli Stati Uniti e in altri paesi europei. All’Europa noi faremo notare che il rispetto dei vincoli sta portando il paese alla precarietà e al blocco. Vorremmo un incontro intergovernativo di tutti i governi per dire: nel 2019 i vincoli di tanti anni fa aiutano ancora o vanno aggiornati? All’Europa conviene un’Italia in difficoltà o una Germania che rallenta? Al di là dei colori politici, è chiaro che le regole fondate sui numeri vanno riviste e superate. Sforare o non sforare il 3 per cento non mi interessa”.

Più tardi, ad Ascoli, rispondendo alle domande dei giornalisti, Salvini ha detto che “siamo qua per tagliare le tasse, per carità non tutto a tutti, ma l’obiettivo è arrivare a uno shock fiscale come quello di Trump negli Stati Uniti”.

Il vicepremier ha escluso una “manovra correttiva”. “Siamo qua per togliere le tasse non per mettere nuove tasse. Ne trovino un altro di governo se vogliono qualcuno che aumenti l’Iva, le tasse sulla casa, sui risparmi, sui conti correnti. Siamo qua per tagliare le tasse, per carità non tutto a tutti, ma l’obiettivo è arrivare a uno shock fiscale come quello di Trump negli Stati uniti”.

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, ospite a Circo Massimo, su Radio Capital, ha commentato il rischio di una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles. “La tenuta dei conti pubblici e la crescita in termini economici sono priorità per il Paese. Non bisogna usare la questione Europea come alibi per non affrontare la questione italiana. Il debito pubblico italiano è una questione italiana, non europea, e l’Europa ci invita a fare attenzione. E questo ci dice che dobbiamo fare attenzione a tutte le manovre economiche che abbiamo in mente in termini di effetti sull’economia reale. Occorre evitare una procedura di infrazione che ha delle conseguenze importanti per il Paese”.

Per il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, “ora non basterà una telefonata tra i duellanti. Bruxelles accusa il governo Salvini Di Maio di avere scassato i conti e danneggiato la crescita. Quindi chiede una manovra correttiva di 3-4 miliardi e impegni solenni per il 2020. Altrimenti scatteranno le procedure e dovrà essere attuato un rigido programma di risanamento sotto stretto controllo di Bruxelles. Hanno giocato per un anno sulla pelle del Paese in una continua campagna elettorale. Ora Salvini e Di Maio devono assumersi la responsabilità di trovare gli amari rimedi al danno da loro stessi creato”.

Il governatore scrive su Facebook che “non possiamo accettare tagli ai salari, alla spesa sociale, alla sanità, all’istruzione e agli investimenti. Il solo parlare di Flat tax è demenziale. L’unica via d’uscita è la lotta dura e senza tregua all’evasione fiscale e una patrimoniale sulle ricchezze finanziare e immobiliari oltre una cifra che tuteli i redditi medi e colpisca il 5 per cento della popolazione che detiene le stesse quote di ricchezza finanziaria e immobiliare posseduta dal 90 per cento degli italiani”.

Aggiornato il 05 giugno 2019 alle ore 12:54