Allo sbaraglio

Che grande errore ad esserci fidati, averli mandati a governare, aver pensato che una coalizione antagonista potesse guidare bene il paese, farlo crescere, renderlo centrale e protagonista. Inutile girare intorno a questo sbaglio, i pentaleghisti ci stanno portando allo sbaraglio, alla deriva interna e a quella con l’Europa. Qui non si tratta solo dell’economia, del bilancio, dei numeretti, si tratta di un progetto di sistema, di una idea di Paese, di visione dell’oggi e del domani, che manca per intero, che non si vede.

Pretendere infatti di andare allo scontro con l’Europa sullo sbaglio, portando in dote sciocchezze ed illusioni, vuol dire solo darci in pasto alla sfiducia, al rischio spread, allo sbaraglio. Di mille motivi che avremmo avuto per protestare, per farci valere sul cambiamento, la modifica dei patti e delle condizioni, abbiamo scelto l’unico che non si tiene in piedi, che nasce dalle forzature, dagli sperperi di spesa, dall’eccesso di debito che non offre in cambio alcuna resa.

Pensare di far credere all’Europa che per crescere serva l’assistenza, sia utile mandare in pensione chi lavora, bloccare la Tav e le infrastrutture, che ci servano i bottini, più che ridicolo è da bambini. Non ci crediamo noi, figuriamoci quei volponi che stanno là a succhiare sangue a chi scioccamente se lo fa succhiare, per evitarlo bisogna andare con le carte in regola, protestare con la ragione in mano al posto di programmi da sciamano. Insomma immaginare di farla franca sbandierando un sovranismo ottuso, senza uno straccio di progetto del futuro, di programma di ripresa e di riforma del paese, è inaccettabile, ci espone solo al rischio di pagare spese.

Sia chiaro lo abbiamo detto e ripetuto, questa Europa non ci piace, va cambiata tutta, va riscritta, ma a giocare col fuoco, esporre l’Italia e gli italiani, alla sfiducia dei mercati, dei fondi, della speculazione, più che sovranismo è autolesionismo. Ecco perché parliamo di errore madornale ad esserci fidati di una maggioranza squinternata, che in un anno ha fatto solo danni, peggiorato tutto, tanto è vero che di ripresa non si vede l’ombra, mentre si vede eccome del contrario.

Del resto non può bastare consolarci con l’immigrazione, con gli sbarchi decimati, sui quali poi ci sarebbe da capire come vengano calcolati quelli dei barchini, che sia come sia, scaricano comunque clandestini. Insomma il tema grave del Paese non è solo l’immigrazione, magari fosse, è tutto il resto che va male, che spinge al ripiegamento, al disinvestimento, alla fuga dei giovani, dei capitali, alla paura di iniziare, di provare l’intrapresa. Ecco perché servirebbe un progetto di sistema, un nuovo modello di sviluppo, una linea culturale alternativa, parliamo ovviamente di riforme di cui si parla sempre senza fare niente e se niente si fa niente si ottiene.

Dalla giustizia, in questi giorni poi, che andrebbe rivoluzionata, al capitolo fiscale che non può ridursi alla rottamazione o alla flat tax, alla pubblica amministrazione, al negozio del lavoro, alla delegificazione, bisognerebbe ricostruire tutta la nazione. Bene anzi male, questa maggioranza non è in grado, non ne è capace, non potrà mai farlo perché nasce dalla somma dei contrari di chi sta insieme solo per poltrone, posti, facciamocene una ragione e speriamo che finisca questo disarmante tormentone.

Aggiornato il 12 giugno 2019 alle ore 12:40