Se vince la logica cinematografica

Negli Stati Uniti il muro tra lo spettacolo cinematografico e la politica (che dovrebbe essere tutto, fuorché pura esibizione) è sempre stato di gommapiuma. Così, dell’eroe dei film western al macho californiano e al miliardario cotonato, la Casa Bianca è sempre stata la sede per personaggi di fatto costruiti con la celluloide. In Italia questo fenomeno sta interessando, da qualche lustro, la nostra vita pubblica: dalla Seconda Repubblica in poi.  Con la variante che alla celluloide si è sostituito l’etere. Perché questa premessa?

Perché, da Londra, la versatile Madonna (al secolo Louise Veronica Ciccone, sessant’anni portati col turbo) ha candidamente dichiarato alla giornalista Simona Orlando che sì “confesso che per un attimo ho pensato di candidarmi presidente degli Usa: farei di sicuro meglio di Trump”. Allora, ricapitolando: la politica 2.0 pare sarà destinata ad avere sempre meno attinenza con la gente comune e i suoi problemi.

Userà quest’ultima, le sue simpatie più leggere e momentanee (che sono, in qualche modo, le pulsioni più esteriori e di superficie), affidandosi del tutto a sondaggi commissionati chissà a chi e con che criteri condivisi: tutto questo, giusto per capire come muoversi e a chi conviene rispondere. Le sedi statistiche prenderanno il posto delle sedi di partito.

Una programmazione economica di brevissimo periodo, poi, assumerà il posto della consapevole pianificazione di medio-lungo termine. È sempre stata criticata la Prima Repubblica per avere, di fatto, “mangiato” il futuro ai propri figli e nipoti, comportandosi come un novello Conte Ugolino. Nel mondo e pure in Italia pare si stia riproponendo lo stesso schema, dove la logica del “mordi e fuggi” dominerà.

Aggiornato il 17 giugno 2019 alle ore 13:39