Altro sbaglio, altro schiaffo

Più che uno schiaffo il voto dei grillini alla von der Leyen è stata una pugnalata per Salvini, a conferma del baratro fra i due alleati e del fatto che nonostante il 37 percento, il capitano sia succube. Per carità, che Matteo Salvini non sia un leader si è capito, un capo vero, non si lascia maltrattare un giorno sì e l’altro pure, specialmente da un movimento di incapaci che gli italiani scriteriatamente hanno votato. Perché qui si è perso il senso della misura, per quanto suprema la volontà popolare, non può bastare a certificare la capacità di governo, la cultura e l’insieme dei requisiti cognitivi necessari a guidare in ogni mare, infatti lo vediamo.

Un leader vero non solo non si fa prendere in giro, ma affronta la realtà a viso aperto e senza paura, anche a costo di aprire una crisi di governo con quel che ne consegue. Troppo facile nascondersi dietro la scusa che stracciando il contratto si andrebbe a un ribaltone. Ci provino i grillini a fare adesso un governo col Pd e con tutta la sinistra. Vorremmo vederli davvero, vorremmo vederlo Sergio Mattarella battezzare un ribaltone clamoroso, che stavolta di sicuro scatenerebbe la piazza e milioni e milioni di italiani dal nord al sud. Vorremmo vederlo Matteo Renzi, dopo quello che ha detto, consacrare un voto di fiducia al governo coi grillini solo perché sta bene a Dario Franceschini. Vorremmo vederlo, infine, tutto il centrodestra stare zitto di fronte a un Parlamento che ribalta la realtà e la democrazia. Non scherziamo, suvvia.

In questa legislatura se fosse crisi, l’abbiamo scritto, a Mattarella non resterebbe altro che la via costituzionale di un governo istituzionale guidato dalla presidente del Senato, per gestire il tempo del passaggio a un nuovo voto, punto. Dopodiché, è altrettanto sicuro che in una prossima tornata elettorale i grillini farebbero una grande coalizione con tutti gli altri comunisti come loro. Insomma, una Quercia 4.0.

Ecco perché Salvini, la Lega, dovrebbero avere il coraggio di fare chiarezza negli schieramenti e aprire una crisi per tornare agli italiani. Il compromesso politico sull’ipocrisia ha dimostrato d’essere follia. Del resto, anche in Europa si è visto come l’accordo a ribasso generi solo sbagli e contraddizioni. L’elezione della von der Leyen rappresenta il successo delle divisioni, punto. Non solo la presidente tedesca è stata eletta per un pelo, ma è il risultato dell’ennesimo inciucio elettorale fra il fronte socialista e quello popolare. Un’incoerenza e basta. A noi già non piaceva la Merkel, figuriamoci la von der Leyen che è la sua controfigura, un personaggio mediocre trasformato in monumento solo per la mancanza di alternative.

Anche Forza Italia ha sbagliato a sostenerla. Meglio sarebbe stata l’astensione. Il voto ad una candidata figlia di un compromesso coi socialisti è un inciucio che alimenta il sospetto delle collocazioni e basta. Alla gente le scelte ibride non vanno, i cittadini vogliono chiarezza, gli accordi incoerenti portano a risultati devastanti, come tra leghisti e grillini: un contratto fra contrari, che peserà tanto sulle spalle degli italiani. Ecco perché servirebbe subito tornare a votare. Per fare chiarezza sulle appartenenze. Chi sta a sinistra e chi a destra. Solo così uscirebbero fuori gli impostori e l’importanza dei principi e dei valori.

 

 

 

 

Aggiornato il 17 luglio 2019 alle ore 12:05