Le vacanze intelligenti di Salvini

Tutti conoscono il concetto di “vacanze intelligenti”. Matteo Salvini sta tentando di applicarlo alla campagna elettorale in corso – perenne in realtà – per le prossime elezioni politiche.

Cosi, rimbalzando di spiaggia in spiaggia, un po’ come la rockstar Jovanotti, porta le proprie poche (ma efficaci) parole d’ordine tra quelle persone che prima neanche votavano. Ma che dopo la sua apparizione sulla scena hanno ricominciato a farlo. Chi se ne sta sulla battigia alle sei del pomeriggio a rimirare i culi delle cubiste con una birra o un mojito in mano non è che legga le pensose – nonché penose – analisi del Corriere della Sera o di Repubblica, e tantomeno i desiderata spacciati per opinioni o scenari. Semplicemente aspetta qualcuno e qualcosa che gli indichi come uscire dall’attuale pantano. Così, mentre nel Partito Democratico ci si illude di manovrare la disperazione grillina per ritardare la data di elezioni che conferiranno allo stesso Salvini quei “pieni poteri” che ricordano più quelli che chiedono i nuovi allenatori di serie A dopo l’esonero dei predecessori – piuttosto che i drammatici precorsi storici del Ventennio – ecco che il “Capitano” si mette a studiare da mister. Senza neanche passare da Coverciano. La squadra precedente, guidata – per modo di dire – da Giuseppe Conte, aveva una pessima difesa e un attacco sterile. Inoltre, a centrocampo nessuno passava la palla. Una “non squadra” che ha combinato solo disastri.

Con questa crisi ferragostana il futuro allenatore ha già portato in dote ai tifosi alcune ottime novità: l’aborto di riforme pazzesche come quelle del grillino Alfonso Bonafede in materia di giustizia, la fine degli incubi della democrazia diretta introdotta in Costituzione per annientare il parlamentarismo, la rinuncia al gioco demagogico dell’antipolitica – taglio parlamentari e loro annichilimento economico – e la fine della tattica del “non gioco” e del corollario ideologico della decrescita infelice.

Con questo biglietto da visita, il futuro allenatore di questa Nazionale che non vince più nulla da troppo tempo ha convinto la tifoseria a premere sul presidente perché gli dia l’agognato incarico. Passando naturalmente da elezioni che si trasformeranno in un referendum pro o contro di lui.

I precedenti con un altro mister che voleva imporre i propri schemi di gioco – Matteo Renzi – fanno temere il peggio. Ma Salvini, in attesa del corso degli eventi, ha trasformato le proprie ferie in vacanze intelligenti sotto forma di campagna elettorale on the beach. E on the road. Ben conscio che anche quelli che non voteranno per lui come minimo lo ringrazieranno per avere tolto loro dai cosiddetti quei buoni a nulla dello staff a Cinque Stelle con cui aveva dovuto – gioco forza – convivere per oltre un anno.

Un annus horribilis, con buona pace dei proclami ridicoli dell’attuale Premier. Un mister destinato a restare negli incubi della gente per una gestione da “zero tituli”.

Aggiornato il 12 agosto 2019 alle ore 12:17