Pd-M5s ovvero la parodia della politica

Ci siamo. La caricatura delle trattative tra Cinque stelle e il Pd è giunta al termine. Non potevano firmare subito un accordo. Sarebbe stato troppo anche per la loro decenza. Ora è tutto nelle mani di Giuseppe Conte. In questi giorni se ne sono dette e scritte tante, ma la domanda puntuale è: il popolo è veramente così “stupido” da non poter decidere da chi essere governato? Deve essere sempre preso per mano e portato dove vuole il tutore di turno calato dall’alto? Una volta l’avrebbero chiamata dittatura, ora invece l’appellano come democrazia.

Già, democrazia. Etimologicamente significa “Governo del popolo”. Ma mi chiedo a quale popolo facciamo riferimento. Sì è vero, siamo in una democrazia parlamentare, come sancito dalla nostra bellissima Carta costituzionale. Ma a qualcuno è venuto in mente che sia stata scritta e pensata quando ancora il telefono era un lusso per pochi? 

Nessuno a quei tempi avrebbe potuto immaginare che da lì a qualche decennio i sistemi di comunicazione si sarebbero talmente evoluti da poter conoscere in tempo reale cosa pensi la gente. I social media, i sondaggi d’opinione e le continue votazioni fanno sì che non si possa non sapere quale sia la vera maggioranza e che la stessa non rispecchi quella delle due Camere.

Sicuramente De Gasperi e Togliatti avrebbero lasciato la porta aperta a libere elezioni in questa eventualità. I tempi cambiano velocemente per tutti, anche il magistero della Chiesa cattolica (e non solo) si è adeguato ai mutamenti sociali. Quindi, se anche il “divino” (per chi crede) sta al passo dei tempi, perché il “profano” si ostina a rimanere fermo nelle sue posizioni? E, soprattutto, perché la destra non fascista e non autoritaria debba sempre essere esclusa dal potere ogni qual volta ne abbia il diritto e la possibilità?

Lo spread sale o scende, ma il Paese è sempre quello. A memoria d’uomo l’Italia non ha mai mancato una scadenza e se qualcuno all’opposizione sia diventato sovranista magari avrà avuto anche le sue buone ragioni. Da ascoltare e comprendere, non da stoppare. Rimane aperta la questione del perché una sinistra sconfitta ad ogni recente elezione e di un movimento politico che ha tradito se stesso e le sue ambizioni di democrazia diretta debbano governare il popolo, forti solo della loro minoritaria rappresentatività nel Paese reale.

Aggiornato il 02 settembre 2019 alle ore 12:51