Non perdono più neanche il pelo

Che qualcuno adesso abbia la faccia di venirci a dire quanto, questo Governo, sia nato per il bene del Paese, per il senso di responsabilità, per il primato collettivo.

Sono bastati pochi giorni, record assoluto, perché cadesse la maschera e uscisse fuori la verità per la quale si è impedito agli italiani di andare al voto. Ecco perché diciamo che oramai non solo il vizio, ma nella sinistra e nel centrosinistra non perdono più nemmeno il pelo, soprattutto quello sullo stomaco, grillini compresi. Infatti la scissione di Matteo Renzi, che era nota a tutti, Colle compreso, non ha fatto altro che testimoniare il gioco di potere e di palazzo che si è compiuto avallando la nascita dell’Esecutivo Conte bis. L’obiettivo vero era sia di evitare la vittoria del centrodestra e sia di partecipare alla spartizione di incarichi apicali nelle più grandi aziende statali e partecipate che avverrà nei prossimi mesi. Ecco perché tanto Beppe Grillo quanto Matteo Renzi, Nicola Zingaretti e compagnia cantante, se ne sono bellamente buggerati della parola data, delle promesse solenni, degli impegni d’onore con gli elettori, e hanno messo in piedi il Governo dell’imbroglio politico del secolo.

Del resto per Renzi, leader della bugia, quale migliore occasione per sdoganarsi dai nemici interni, con una mossa che gli consente di prendere due piccioni con una fava: stare al Governo e partecipare in piena autonomia alla spartizione prossima. Sia chiaro, dal punto di vista dell’opportunismo personale, tanto di cappello, ma che nessuno si azzardi a dire che questa alleanza sia nata per rispettare la Costituzione e per garantire al Paese una maggioranza schietta, asservita al benessere e alle necessità dei cittadini. L’unica e vera necessità dell’alleanza che ha scippato il voto agli italiani è stata quella di prendere e fare man bassa di tutto il potere possibile, altro che i pieni poteri di Matteo Salvini; su questo tema il centrosinistra, la sinistra e, buoni ultimi i grillini, hanno confermato l’eccellenza assoluta. Oltretutto Renzi con la scissione ha messo in evidenza sia la debolezza di Zingaretti, che conta meno di niente, sia quella di Giuseppe Conte, finito interamente nelle mani dell’ex Premier, che può decidere su due piedi la sua fine al primo desiderio non soddisfatto.

Ecco perché nei giorni scorsi abbiamo parlato di vergognosa sceneggiata intorno alla formazione di una alleanza che pure i sassi sapevano nascesse solamente per la sete di potere, per ricatti politici incrociati, per ripicche personali, insomma tutto fuorché l’interesse nazionale. Tanto è vero che la mossa dell’ex Premier può colpire i finti tonti, gli ipocriti o gli sprovveduti, ma certamente non chi come noi aveva segnalato la vergogna che si andava compiendo intorno all’assenso di Renzi per l’alleanza con Grillo. Altrettanto dicasi per chi farà finta di cadere dal pero, quando tra non molto, purtroppo, qualche pezzo di Forza Italia finirà col mettersi in proprio per collegarsi alla scia renziana. Che sbaglio.

Insomma, pur di impedire il voto si è compiuto sulla pelle degli italiani il più grosso gioco di palazzo della storia repubblicana; un gioco trasformista, opportunista e pericoloso. Dietro questa manovra insopportabile non solo c’è la spartizione, l’asservimento alla Ue, la svendita di qualche altro gioiello di casa, l’indicazione del prossimo Capo dello Stato, ma lo studio di una legge proporzionale che spacchi l’unità del centrodestra e consenta a Renzi di fare l’ago della bilancia, sempre. Per noi bipolaristi sarebbe una sciagura, la peggiore opzione per il bene del Paese. Siamo per il maggioritario, per il presidenzialismo, ci auguriamo che gli vada tutto male e che finisca il cattocomunismo.

Aggiornato il 17 settembre 2019 alle ore 10:34