Forza Italia, Carfagna: “Renzi è competitor, con lui neanche un caffè”

L’operazione renziana ha messo in subbuglio l’ala moderata del Parlamento. Mara Carfagna ha dovuto smentire più volte i possibili contatti con l’ex premier. Di più. A differenza di Giovanni Toti, ha voluto rivendicare la propria identità forzista. La vicepresidente della Camera sostiene che la “tanto discussa cena tra parlamentari forzisti ha dimostrato che in Forza Italia siamo in tanti a non volerci arrendere. La frase più ripetuta a tavola è stata: ‘Svegliamoci, ricominciamo a fare politica, smettiamo di regalare gli elettori agli altri.

Renzi per la Carfagna “è un competitor che tenta di indebolirci. Prova ne sia quella nostra senatrice che è appena trasbordata da lui”. E con il leader di Italia Viva non c’è stato “neanche un caffè”. La deputata forzista crede in “buoni rapporti con tutti, ma inciuci con nessuno”. Berlusconi è stato avvisato della cena e “ha ben colto lo spirito dell’iniziativa. Che non era una congiura carbonara, ma voleva essere un primo confronto per fornire idee, ragionamenti, energie per rianimare l’intero movimento”.

Rispetto all’intenzione della Lega di promuovere un referendum sulla legge elettorale, la Carfagna commenta: “Prendere da soli un’iniziativa del genere e pretendere che Forza Italia aderisca a cose fatte è stato un errore. Serve un patto di consultazione preventiva, le decisioni di questo peso vanno condivise”. Sull’unirsi a Salvini nel manifestare contro il governo “deciderà il partito. Io non sono pregiudizialmente ostile a scendere in piazza. Ma a una condizione: che non siano benvenute né Forza Nuova né Casapound”.

Di fronte agli elettori, per il vicepresidente della Camera, bisogna dire basta alle misure acchiappa-consenso e pensare invece a misure come una vera riforma fiscale che rilanci il Nord, a una grande battaglia europea per fare del Mezzogiorno una ‘No-tax’ area, a un’azione seria per alzare stipendi e salari e a “un freno efficace contro gli sbarchi fantasma che hanno riversato sulle nostre coste l’80 per cento dei clandestini”.

Intanto, l’ex forzista Beatrice Lorenzin, la leader di Civica popolare, corteggiata da Italia viva, approda nel Pd. “Rafforzare i dem allargando il campo dei moderati – la sostiene Lorenzin – è l’unico modo possibile per fermare Salvini”. ministra della Salute dei governi Letta, Renzi e Gentiloni dal 2013 al 2018, non nega di aver avuto “contatti diretti” anche con Matteo Renzi, ma “alla fine, dopo aver riflettuto a lungo, ho fatto la scelta a mio parere più giusta rispetto al percorso che ho fatto in questi anni. Una scelta che bada ai rapporti di forza ed al rapporto con i moderati”.

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti saluta positivamente l’arrivo della Lorenzin. L’adesione della deputata suona come uno schiaffo a Matteo Renzi. “Sono molto contento – sostiene attraverso una nota – dell’iscrizione al Pd di Beatrice Lorenzin che proviene e rappresenta culture politiche moderate e riformiste. Benvenuta e grazie. Una scelta che fa del Pd partito sempre più forte, plurale, aperto e inclusivo”.

Aggiornato il 19 settembre 2019 alle ore 13:54