Ministri per caso

mercoledì 2 ottobre 2019


Passato Danilo Toninelli, eravamo convinti che nel Governo la media delle uscite a pera sarebbe scesa drasticamente, ma ormai è chiaro che nei grillini esista un vivaio nutrito e consistente di ministri per caso.

Eppure Lorenzo Fioramonti da professore di economia dovrebbe intendersene sia di numeri sia di insegnamento, soprattutto di cultura del rispetto prima ancora che rispetto della cultura, delle tradizioni, delle radici, delle regole e delle matrici. Il ministro in poche settimane dal giuramento ha inanellato una fila di uscite improvvide e sconclusionate da testa a testa col suo ex collega Toninelli. Dalla tassa sulle merendine, che se non fosse vera potrebbe essere una vignetta di Forattini, alla giustificazione ex ante per gli scioperi sull’ambiente, a quella peggiore sul crocifisso a scuola; e meno male che sul tortellino a fare una sciocchezza ci ha pensato il Vaticano.

Oltretutto, come spesso accade, sul crocifisso e sul significato c’è una grande confusione fra laicità e ateismo, fino a sfociare talvolta in una sorta di iconoclastia d’accatto che suscita fastidio e manifesta l’incultura del rispetto. Il crocifisso, infatti, non solo rappresenta il simbolo delle nostre radici giudaiche, cristiane, greche e romane, ma il punto di arrivo di una storia a cui fa riferimento l’umanità intera, per dirla come Benedetto Croce. Rappresenta un salto spirituale e culturale che attraverso l’insegnamento di Cristo diventa il traguardo più alto del cammino di tutti popoli della Terra e dell’umanesimo, tale per cui, sempre per dirla con Croce, tutti, agnostici compresi, non possiamo non dirci cristiani.

Ecco perché il crocifisso dalle aule non solo non andrebbe tolto, semmai spiegato bene e raccontato agli studenti all’interno di una didattica articolata e vasta, che partisse dalla storia dei culti e delle religioni, dai paganesimi ai monoteismi fino ai panteismi. Di questo dovrebbe occuparsi il ministro dell’Istruzione. Fioramonti, infatti, piuttosto che lasciare al Vaticano la scelta degli insegnanti di religione, dovrebbe provvedere all’apprendimento della materia attraverso docenti abilitati laicamente da un concorso pubblico, così come per tutte le materie dell’istruzione nazionale, punto.

Se poi sul crocifisso la questione fosse di non urtare la sensibilità dei diversi orientamenti religiosi, saremmo addirittura al peggio, perché al netto delle spiegazioni che abbiamo scritto, deve essere chiara per tutti, stranieri compresi, la cultura del rispetto, a partire dalle nostre tradizioni.

Insomma, che piaccia o meno, alla base dell’accoglienza non può non esserci la difesa e la tutela della nostra identità, cultura, matrice e tradizione; ogni abiura sarebbe una pericolosa defezione e non un sintomo di comprensione. Rispettare gli altri significa farsi rispettare, piuttosto che modificare le nostre regole, le abitudini, le tradizioni culturali, per apparire tolleranti e comprensivi. L’accoglienza giusta nulla c’entra col cambiamento della nostra natura che si sta trasformando in una sorta di paura. Anche per questo il crocifisso deve restare e lo scriviamo da laici patenti, e anche per questo il ministro Fioramonti avrebbe fatto meglio a stare zitto, così come sulle merendine e sulla giustificazione anticipata. Con tutti i problemi che ci ritroviamo occuparsi della croce e delle tasse sulla ricreazione è una aberrazione, basterebbe pensare al tortellino di pollo al Vaticano, che puzza di bruciato e di sconfitta sia della ricetta che purtroppo del nostrano.


di Alfredo Mosca