Taglio dei parlamentari, la Camera vota la riforma costituzionale

È il giorno del taglio dei parlamentari. La Camera vota la riforma costituzionale. Si registra il disco verde della maggioranza di governo. Il “contrappeso” più importante è rappresentato dalla riforma elettorale in senso proporzionale, che dovrebbe essere votata entro dicembre.

Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, sostiene che i dem hanno detto “sì perché sono state accolte le nostre ragioni. Noi non dicevamo no in maniera strumentale perché non volevamo ridurre il numero dei parlamentari. Altra cosa è dire che questa riforma è perfetta. Io anche se oggi voterò sì, non dirò che questa riforma è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contesto. Noi votavamo no perché non c’era un contesto adeguato, perché questo taglio rischiava di non far rappresentare più alcuni territori. Sei regioni per esempio rischiavano di non avere più senatori. Oppure c’era un rapporto molto squilibrato tra le forze politiche”.

Anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha annunciato che il partito “voterà a favore del taglio del numero dei parlamentari. I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”.

La Lega voterà a favore. L’ex ministra per le Disabilità e la Famiglia Alessandra Locatelli ha dichiarato che quella del Carroccio “non è una posizione nuova ma è una posizione anche storica. Certamente qui c’è in ballo altro, probabilmente quello che potrebbe sembrare quasi un ricatto. Cioè uno scambio di favori tra una parte politica del governo, che è il M5S che desidera portarsi a casa questa misura, e dall’altra parte quella del Pd e delle sinistre che vogliono portare a casa qualcosa di molto più sconcertante per il bene degli italiani e del nostro territorio: Ius soli, Ius culturae e un tentativo di maggiore apertura rispetto all’accoglienza. Se dovesse emergere questo sarebbe veramente un attentato nei confronti degli italiani”.

Per l’ex presidente della Camera Luciano Violante, “ridurre il numero dei parlamentari non è sbagliato, è stato già proposto in diversi progetti. Ma il giudizio dipende dal contesto”. Violante sostiene che “se la riduzione cade dal cielo, senza adeguare il resto del sistema, si vengono a creare problemi delicati”. Ad esempio, “limitandoci a ridurre i parlamentari, rischiamo che nel cuore del procedimento legislativo 5-6 persone decidano per 60 milioni di italiani. Occorre rifletterci. Sono stati messi in cantiere rimedi? Non mi pare”. Secondo Violante si tratta di una riforma “Non sbagliata”, ma “incompleta”.

Aggiornato il 08 ottobre 2019 alle ore 13:19