Nadef, sì della Camera per soli 3 voti: governo in bilico

Il governo giallorosso è a rischio implosione. Non si tratta di un’interpretazione ma di un fatto. L’aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulla Nota di aggiornamento al Def con 318 sì. I contrari sono stati 194 e gli astenuti 2. Era richiesta la maggioranza assoluta. Poco prima, l’Aula aveva approvato l’altra risoluzione di maggioranza sullo spostamento del pareggio di bilancio con 319 sì, 193 no e 3 astenuti.

Prima dell’approvazione della risoluzione, la seduta è stata sospesa per qualche minuto. A deciderlo il presidente di turno Ettore Rosato (Italia viva), quando le proteste provenienti dai banchi della Lega hanno impedito alla deputata pentastellata Marialuisa Faro di andare avanti nel suo intervento. I deputati del Carroccio hanno scandito: “elezioni, elezioni”. Nella bagarre scoppiata in aula, Rosato ha anche richiamato più volte il dem Emanuele Fiano. Dopo una breve sospensione, Rosato ha fatto riprendere i lavori.

Ma tant’è. Il deputato forzista Simone Baldelli ha attaccato il governo Conte bis. “Per soli tre voti – ha detto in Aula – la maggioranza ha avuto la possibilità di approvare la nota di aggiornamento al Def. Con quattro assenti, quella risoluzione saltava e, date le condizioni politiche precarie, ricordate che oggi non siete andati a casa per tre voti. Fate una riflessione”.

Un altro forzista, Andrea Mandelli, capogruppo Fi in commissione Bilancio, ha parlato della messa a nudo del “nuovo assetto del quadro politico-parlamentare: da un lato una maggioranza già sfibrata e affannata che dopo appena un mese di governo già scricchiola e nel voto si salva per il rotto della cuffia; dall’altro un centrodestra unito e coeso, capace di una sintesi efficace sugli obiettivi per il Paese”.

La viceministra grillina all’Economia Laura Castelli, in un post su Facebook, ha espresso il suo pensiero. “Capisco il tifo da stadio – ha scritto – che fa parte della dialettica politica. Ma se solo le forze politiche si ascoltassero, capirebbero che hanno tutti parlato dell’urgenza di adottare politiche anticicliche, della necessità di un protagonismo italiano e della lungimiranza nella programmazione pluriennale, esprimendo posizioni anche molto comuni”.

Aggiornato il 10 ottobre 2019 alle ore 17:59