Uno schiaffo alla Democrazia

Al di là delle liti sulla manovra che è stata approvata “salvo intese” per trasferire il ring in Parlamento quando verrà discussa, il taglio restrittivo, punitivo, forcaiolo e antidemocratico delle misure non è cambiato.

Per il vero Matteo Renzi ha tentato un po' di resistenza per salvare la faccia tra i comunisti più accaniti, ma il risultato è stato un ceffone e un niet sulle richieste, a conferma della incapacità o del disinteresse a far valere la golden share sul Governo che detiene. L’ex premier voleva eliminare Quota 100, mantenere il tetto sui contanti messo da lui e imporre una linea meno manettara sul fisco, ma non ha ottenuto nulla, anzi peggio, e gira voce che sulla dichiarazione infedele si proponga “la fucilazione sul posto”. Fisco amico, insomma...

Per farla breve, al netto dei dettagli si conferma la gragnuola di tasse, sui giochi, sulle patenti, sulla plastica, sulle detrazioni, sui tabacchi, sulle compensazioni e su molto altro che verrà chiarito dopo per cercare di tenerlo nascosto il più possibile. Come se non bastasse, sul fisco ci saranno una raffica di adempimenti restrittivi, di obblighi ulteriori, di certificazioni aggiuntive, che uniti alla criminalizzazione dell’uso del contante ridotto a 1000-2000 euro e alla Caienna, risolveranno il problema dell’evasione.

Insomma, siamo di fronte alla solita concezione comunista dell’economia, del fisco, della giustizia e della democrazia: incutere terrore, complicare e controllare la vita di tutti, colpire la produzione della ricchezza, imporre uno stile sociale da pensiero unico. Eppure le più elementari regole per lo sviluppo e per la crescita dicono che il primo modo per stimolare, incentivare l’incremento del Pil e favorire l’espansione, è quello di aumentare la libertà economica, diminuire i vincoli e le tasse, semplificare il fare impresa. Ecco perché viene da ridere a sentire il Governo parlare di manovra espansiva e di lotta all’evasione col coprifuoco economico e fiscale, con l’inasprimento degli adempimenti, con la stratificazione burocratica. Con questi metodi, in un Paese come il nostro devastato dalle troppe leggi, da un apparato pubblico gigantesco e inefficiente, dalla necessità di permessi per tutto, da una giustizia lenta e ingiusta, da uno Stato che incassa ma non paga, da imposte eccessive, si ottiene solo il contrario. Tanto è vero che la storia del Governo Monti insegna: una contrazione dello sviluppo, una recessione del Pil, blocco dei consumi e degli investimenti, disoccupazione e tensione sociale, alla faccia dell’esperienza maestra di vita.

Per non parlare poi della frottola sull’evasione fiscale; da molti anni si sente dire che si sono recuperati 3, 5, 6 miliardi, il Governo parla addirittura di 7 e più, roba che a sommarli fanno decine, eppure le tasse non solo non sono scese ma aumentate, altro che pagare tutti per pagare meno… Dunque dove sono finiti i miliardi ottenuti dalla lotta all’evasione? Sono finiti assieme alla montagna di altri in spesa improduttiva, assistenzialismo clientelare, ripianamenti dei buchi delle banche, previdenza allegra, spese pazze degli enti locali, di tasse in meno nulla di nulla.

Ecco perché diciamo che questa manovra è un attacco alla libertà e alla democrazia, non servirà alla crescita, esaspererà i contribuenti, bloccherà il mercato, colpirà il Pil, e i grandi evasori con i grandi elusori continueranno a vivere felici e contenti. L’evasione si combatte con la semplificazione, il contrasto d’interesse, aliquote umane, la collaborazione fra Stato e contribuenti, spostando semmai la tassazione dalle persone alle cose, la produzione della ricchezza va stimolata e tassata poi quando si manifesta, altro che persecuzione.

Del resto con una maggioranza che vuole eliminare il Parlamento a favore di un clic sulla tastiera, che vuole spiarci ovunque per imporci uno stile di vita, che promette le manette a tutto spiano e che ci ha impedito di votare, di quale democrazia vogliamo parlare? Occhio signori, occhio...

Aggiornato il 16 ottobre 2019 alle ore 11:57