Naufragio di Lampedusa, Lega e Fdi attaccano il governo giallorosso

Continuano gli sbarchi a Lampedusa. Sono 172 i migranti sbarcati nella notte sull’isola, dopo il soccorso nel Canale di Sicilia operato dalle motovedette italiane. I profughi erano a bordo di un barcone in difficoltà a 35 miglia nautiche a sud ovest di Lampedusa, in area Sar maltese. Dopo avere ricevuto l’allarme da un telefono satellitare, la centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma ha subito informato l’autorità maltese che ha assunto il coordinamento dell’operazione di ricerca e soccorso, richiedendo la collaborazione all’Italia. Sul posto sono state inviate due motovedette della Guardia Costiera e una della Guardia di Finanza che hanno provveduto al trasbordo dei migranti. Le tre unità hanno quindi fatto rotta verso Lampedusa dopo che Malta aveva negato l’autorizzazione allo sbarco indicando l’isola delle Pelagie come place of safety, cioè porto sicuro. I 172 migranti subito dopo lo sbarco sono stati trasferiti nell’hotspot dell’isola.

Ma il 16 ottobre è anche il giorno del dolore e delle immagini drammatiche. La Guardia Costiera ha infatti illustrato i dettagli e il video dell’operazione di ritrovamento e recupero del barcone naufragato a largo dell’isola il 7 ottobre scorso. E con esso anche le immagini dei corpi ancora intrappolati sul fondale e nel relitto.

Dopo giorni di ricerche il robot sommozzatore ha infatti individuato il barcone a 60 metri di profondità. È straziante la scena dei 12 corpi prima dichiarati dispersi in mare, poi rinvenuti tra teli, attrezzature di bordo e indumenti ancora incastrati nelle lamiere. Alcuni corpi sono nei pressi della nave (uno è riverso sulla torretta di comando); altri sono adagiati sul fondale, chi in posizione supina, chi con le braccia rivolte verso l’alto.

Desta commozione e sconcerto l’immagine di una madre e del suo bambino dispersi, ancora abbracciati. Il recupero dei corpi è stato effettuato a sei miglia a sud dalla costa di Lampedusa dai sommozzatori della Guardia costiera di Messina, a cui si sono uniti i nuclei di Cagliari e Napoli.

Giorgia Meloni è convinta che l’orrore dell’ennesima tragedia dei migranti sia indubbiamente figlio della riapertura dei porti operata dall’esecutivo giallorosso. “I porti a rotazione su base volontaria? Sì, nei porti italiani – scrive su Facebook la leader di Fratelli d’Italia –. Dopo l’ennesima figuraccia fatta con l’accordo di Malta, riprendono a pieno regime gli sbarchi sulle nostre coste. Ecco i grandi successi del Pd e M5s al governo”.

Intanto, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, rispondendo al question time alla Camera ad un’interrogazione della Lega, ha detto di non credere che si possa “parlare di una escalation degli sbarchi. C’è stato un incremento a settembre e dai primi dati anche ad ottobre. Ma è un incremento riconducibile agli sbarchi autonomi, che non è un fenomeno nuovo”.

La ministra è stata contestata dai deputati di Salvini che al termine dell’interrogazione hanno sollevato dei cartelli con scritto “Stop invasione”. Nel 2018, ha poi spiegato la ministra, “gli sbarchi autonomi sono stati circa 6mila, nel 2019 sono circa 6.800 con una tendenza all’incremento mostrata fin da marzo”. E in ogni caso, ha aggiunto, “le politiche migratorie devono andare oltre la mera contabilità statistica”.

 

Aggiornato il 16 ottobre 2019 alle ore 17:29