Dalla “Seconda Repubblica” è cambiato qualcosa?

giovedì 17 ottobre 2019


L’impropriamente detta “Seconda Repubblica” che tra non molto arriverà a compiere trent’anni, ci ha portato un sacco di elezioni, governi e “rimpasti”. Però, alla fine, cos’è cambiato se non tutto in peggio? Ognuno fa le sue previsioni e in questo momento, per quanto mi riguarda, penso che il voto non sia del tutto imminente, ma penso anche che non sia questo il punto più importante.

Di ogni cosa passa la moda. Tuttavia, quella di ragionare di politica in modo improvvisato, è una moda dalla quale sembra che noi non riusciamo più a liberarci. Ciascuno argomenta e pontifica in favore di questa o quella tesi, con i toni che gli sono propri. “Il governo cade”; “Non cade”; “Si vota”; “Non si vota”. Tutti sono convinti che, così o “colì”, cambi qualcosa; ma cos’è che cambia se non nel senso, ormai inesorabile, che tutto peggiora? Non vi siete ancora accorti che, dalle diverse forme di congressi di partito al voto pubblico, la nostra è una democrazia corrotta e pilotata?

I partiti politici sono in prevalenza delle associazioni di lucro che incantano i cittadini con la falsa estetica dei richiami ai valori e al bene della società, così ottenendo che essi si avvicinino, un po’ ingenuamente, attratti dai “proclami” di questo o quel ciarlatano. Si tratta di gigantesche vendite di fumo che tuttavia riescono a portare credito a quegli squallidi impostori che, nella sostanza, circondano i cittadini con un’angoscia, un sopruso e un’ingiustizia al giorno. La cosiddetta “Seconda Repubblica” continua a rivelarsi come espressione di inconcludenti politucoli che puntano solo a godere dei privilegi che si sono “legiferati” nei decenni.

È sotto gli occhi di tutti che viviamo in un assetto generale che ci ossessiona, ci manca di rispetto, ci controlla, ci sfrutta e ci opprime. Le istituzioni s’impicciano di ogni aspetto della vita dei cittadini e li “braccano” oltre la soglia di ogni umana e civile accettabilità. La cosiddetta “Seconda Repubblica” si tirò in piedi, nei primi anni Novanta, sulla denuncia della corruzione della politica italiana. Ma, a sua volta, s’incamminò nella direzione di una politica ancora più corrotta e parassita di quella denunciata.

Si propose con dei nuovi pseudo leader che presero a parlare di un generale ritorno all’etica, alla competenza e al rispetto della gente, ma si trattò di disonesti proclami che presero a infilare l’Italia, ancora di più, nella metastasi di una politica depravata. Essendo intanto questa la situazione, c’è differenza se si vota o no? Votando, può cambiare il nome dei “titolari” della politica ma, finché la voglia di “sistemarsi” a carico dei cittadini sarà lo sprone principale dei politici di questa “Seconda Repubblica”.  Nella sostanza non cambierà nulla.

Per favore, Italia, non suffragare più gli echeggianti giocolieri del nulla!


di Giannantonio Spotorno