Impiccati all'Iva

A partire da Matteo Renzi che con un voltafaccia da banderuola si è unito coi grillini per sterilizzare l’Iva, tutti gli altri, dal Premier all’evanescente Nicola Zingaretti, l’hanno seguito a ruota. Del resto sull’aumento dell’Iva sono anni che la propaganda elettorale campa di rendita, oltretutto in buona e stupefacente compagnia di tutte le associazioni di categoria, tombola.

Viene da pensare, infatti, se gli economisti delle più grandi confederazioni abbiano veramente riflettuto sulla fiscalità nostrana, sulla situazione dei conti del Paese, sugli obblighi con la Ue, soprattutto sulla demagogia della politica, in specie quella comunista. Insomma, c’è poco da dire, i 24 miliardi da qualche parte dovevano uscire, inutile girarci intorno nella speranza di imbrogliare gli italiani per farli contenti e canzonati, si tratta di una cifra tanto grande da impedire che i conti si potessero truccare.

Oltretutto la scusa prevalente con la quale si è giustificata la campagna assordante contro l’aumento dell’Iva è che l’incremento avrebbe colpito le famiglie, i consumi, la crescita, l’espansione del Pil in prospettiva. Bene, anzi male, a parte la considerazione di non poco conto sull’assetto fiscale del Paese e sul suo impianto, concentrato sulla imposizione diretta, c’è da dire che una riforma vera del fisco non potrebbe che partire dallo spostamento della tassazione dalle persone alle cose. Per farla breve, dalla diretta alla indiretta, per abbassare le aliquote Irpef e compensarle con quelle dell’Iva, insomma stimolare la produzione della ricchezza per tassarla allorché si manifesti, come succede nei sistemi più avanzati ed efficienti, anche in termini di lotta all’evasione.

Del resto, parliamoci chiaro, tartassando chi si ingegni all’intrapresa, allo sviluppo dell’impresa, all’aumento del lavoro e dei guadagni, lo si spinge alla rinuncia, all’ingresso nella zona nera, all’elusione e spesso per sopravvivenza all’evasione, elementare Watson. Ecco il motivo per il quale nella fiscalità moderna le tasse dirette sono basse o piatte, quelle indirette più alte e articolate, col risultato prevalente di contenere l’evasione e rendere la crescita avvincente.

Tanto è vero che tornando alle note dolenti di questo Governo di “ignoranti”, dopo averci illuso con la sterilizzazione, ci mazzolano di nuove tasse, persecuzioni e complicazioni, per reperire le coperture, plastica, tabacchi, bolli, accise, Imu, zuccheri, contante e così via. Come se non bastasse, per sanare la bufala della salvaguardia, l’Esecutivo dei bugiardi aumenterà, il deficit e il debito di una barca di miliardi, e alla fine di questa bella operazione ci ritroveremo in piena crisi e recessione.

Altro che manovra, stimolante, vicina ai bisogni della gente, al lavoro e alla occupazione, per quadrare i conti di questa idiozia ci massacreranno di balzelli e obbligheranno a uno stato di controlli e di polizia, alla faccia dello sviluppo, della libertà e della democrazia. Ecco perché sarebbe stato molto meglio risolvere il problema una volta per tutte, mettendo mano alle aliquote “maledette”, ci saremmo ritrovati decine di miliardi in mano per tagliare nettamente l’Irpef, generare lo shock fiscale, l’aumento della produzione, del lavoro, della ricchezza nazionale.

Al contrario, il prossimo anno riaffronteremo il tema per evitare il danno, con l’aggravio ulteriore che la clausola Iva sarà maggiore, ecco perché parliamo di impiccagione, per non farci votare sull’Iva ci hanno imbrogliati e i comunisti, bontà loro, ci hanno fatti “cornuti e mazziati”.

 

Aggiornato il 24 ottobre 2019 alle ore 19:51