Il libro di Giannantonio Spotorno (“Ti racconto la politica” – Edizioni Albatros il Filo, 232 pagine, 14,90 euro) è un atto di onestà. Si tratta di una sorta d’incursione nel mondo della politica, per svelarne trucchi e segreti. Racconta molti intrighi inediti che si consumano nei palazzi del potere politico e che vengono mascherati dietro le belle pa­role di una democrazia che, almeno qui da noi, si rivela ingannevole e squallida. Spiega e dimostra come la politica sia nel piatto in cui si mangia e nel letto in cui si dorme e, piaccia o no, anzi ti piaccia o no, modella ogni aspetto della nostra vita. Essa, purtroppo, fa di tutto perché non ci s’interessi a lei e, se riesce a creare dei cosiddetti “apolitici”, allora è contenta. La politica s’infila ovunque, per esempio, stabilisce il prezzo dei carburanti, il prezzo di ciò che mangi e di ciò che indossi, sceglie i libri di testo che adottano le scuole in cui mandi i tuoi figli e non si fa scrupoli a rubare non solo i soldi dei cittadini, ma perfino il loro tempo libero. Angoscia in molti modi e, tra una preoccupazione e l’altra, riesce anche a procurare insonnia e a portare via la serenità.

Istiga l’emotività per togliere spazio alla capacità di riflettere; una società emotiva non le crea preoccupazioni, dunque fa di tutto per renderla tale. La politica che oggi ci accerchia è ben lontana dall’esse­re una democrazia.

Ormai, anche con una certa supponenza, tanti si disinteressano e si dichiarano apolitici perché delusi dall’impreparazione, dalla presunzione e dall’ingordigia di chi è ai vertici del potere; ma girare lo sguardo dall’altra parte non è una soluzione. L’autore cerca di aprire uno spiraglio nella nebbia da cui siamo avvolti e dobbiamo dirgli grazie se, leggendo il libro, non possiamo evitare di farci delle domande, nonché di fare appello alla nostra intelligenza per capire che siamo “liberi” di muoverci solo come il potere predispone.

La democrazia vuole la partecipazione del popolo e un popolo che non sa partecipare non merita la democrazia… l’apolitico è intelligente come chi, aggredito in mare dagli squali, si definisce “asqualico”. Non si deve fare di tutte le erbe un fascio ma, fin qui, certa ingenuità popolare ha dato troppo credito a certa politica dello starnazzo. L’augurio è che la lettura di quanto descritto nelle pagine del libro di Spotorno possa aiutare il cittadino a capire come ritornare giustamente ad essere il protagonista principale della sua esistenza.

Aggiornato il 24 ottobre 2019 alle ore 13:22