Disastrosi

venerdì 8 novembre 2019


Certo non serviva la conferma del flop disastroso che il Conte bis avrebbe generato, oltretutto insistere a tenerlo in piedi è la testimonianza del masochismo della sinistra che si accanisce sul potere a svantaggio del Paese.

Parliamoci chiaro, che in democrazia il voto debba essere trasformato in una minaccia, in una sorta di ricatto politico fra alleati per tirare avanti, è vergognoso; un reato intellettuale che riversa sul Paese un danno grave e generale. In poco più di due mesi abbiamo assistito e assistiamo a una sequela di sbagli, intimidazioni elettorali e ultimatum trasversali da noir, mentre l’Italia si avvia a scivolare sempre più in basso, verso un precipizio come quello nell’acqua di un sasso.

Eppure, nonostante si sapesse si è passati sopra ogni buon senso per paura del voto, una paura che la dice lunga sul concetto di democrazia e di alternanza che la sinistra intende. Ecco perché oggi ci ritroviamo in un cul-de-sac drammatico, dall’Ilva all’Alitalia fino alla Whirlpool e alle decine dei tavoli di crisi; una situazione sfuggita di mano. Qui non si tratta dell’idiozia sullo scudo per gli investitori che ovviamente chiedono garanzie, chi non lo farebbe? O di un piano industriale che deve assicurare il futuro della produzione e della occupazione, si tratta di un disegno di politica industriale che nel Conte bis non esiste.

Come non esiste un disegno nuovo per la fiscalità, per il sud, per i giovani, per le imprese specialmente piccole che sono l’ossatura del sistema, non esiste un progetto di sviluppo a di tutela del Paese da proporre con fermezza all’Europa, non esiste uno straccio di riforma della giustizia. Fino ad ora il Governo più di sinistra della storia, affiancato dalla esaltazione e dalla incompetenza dei grillini e dall’opportunismo di Matteo Renzi, ha proposto solo tasse per ingrassare le casse di Stato, galera a gogò, e sulla giustizia la prescrizione che significa fine pena mai. Non si è letto un rigo della Finanziaria che parlasse di credito agevolato, di stimoli fiscali all’investimento, di sburocratizzazione per l’intrapresa, dell’estensione dell’autocertificazione, del sostegno all’occupazione produttiva, ma tasse e regali per stare sul divano in attesa del niente.

Il lavoro non si crea con l’assistenza, con lo statalismo improduttivo, con l’incremento della spesa pubblica per la nullafacenza, si crea facendo impresa, tecnologia, sviluppo delle idee, sostegno alle nuove professioni, creazione di infrastrutture, valorizzazione delle eccellenze nostrane. Il valore aggiunto non può nascere con il debito ad uso della clientela e della tutela dei privilegi fuori dal tempo, ma ampliando il mercato, esaltando il territorio, turistico, culturale ed artistico che è il nostro petrolio, favorendo le iniziative e i nuovi prodotti, incitando e agevolando i fattori produttivi. Altro che reddito di cittadinanza, quota 100, decreto dignità e persecuzione fiscale, che servono solo a scatenare rabbia e malavoglia, immobilismo e qualunquismo, da noi serve una sferzata coraggiosa, una spinta esemplare a fare, a darci dentro piuttosto che scappare.

Del resto la storia insegna, Konrad Adenauer, uno dei padri dell’Europa, per la ricostruzione, con la valanga di soldi del Piano Marshall, ebbe uno scontro feroce nel Bundestag con gli oppositori che volevano utilizzare quei denari per darli direttamente alla popolazione affamata e disperata. Ebbene, Adenauer con un discorso famoso sostenne che una sorta di regalo alla gente ridotta al lumicino non avrebbe sortito niente per il futuro, perché con quei soldi bisognava investire, ricostruire le fabbriche, le industrie, rimetterle in moto perché di conseguenza avrebbero dato lavoro, occupazione e reddito, solo così la Germania sarebbe ripartita dopo la distruzione per la follia immonda del nazifascismo. Vinse Adenauer, ebbe ragione e fu seguito in un new deal dell’Europa intera. De Gasperi fece lo stesso e con gli investimenti, le infrastrutture, le fabbriche riaperte, il sostegno alle nuove imprese, il credito e il fisco agevolato, il popolo italiano è rinato fino al miracolo economico che rimpiangiamo. Pensiamo a quell’esempio, altro che “reddito” e nuovo umanesimo di Giuseppe Conte.


di Alfredo Mosca