Virgillito: “Cafiero de Raho e la coerenza nella lotta al malaffare”

“Si può essere chiari senza strillare e si possono invitare le persone a essere morali in senso nobile, solo se si ha una credibilità solida”.

È il commento di Daniele Virgillito, presidente dell’Unione nazionale giovani commercialisti (Ungdcec) alle parole del procuratore Federico Cafiero de Raho che, dal 54mo Congresso del Notariato che si è tenuto a Firenze in questi giorni, ha fatto un’ennesima giravolta di pensiero dichiarando che “tutti i professionisti dovrebbero avere la stessa sensibilità dei notai nell’interrompere i circuiti illegali. Tutti dovrebbero avere il coraggio di dire ‘no’ a certe partecipazioni e a certi atti [...] e di vigilare su qualunque operazione venga compiuta. Questo i notai lo fanno”.

“Secondo de Raho, gli altri professionisti invece no?”, chiede Virgillito. “Invitare a guardare verso una prospettiva dell’agire morale e inneggiare all’accettazione della reciproca responsabilità è più che condivisibile, ma è necessario che tali parole siano credibili – sottolinea il presidente Ungdcec – Il procuratore modella le sue considerazioni a seconda del proprio interlocutore: in maniera disinvolta aveva liquidato il ruolo dei dottori commercialisti in occasione della proposizione dell’emendamento sul Decreto crescita (che avrebbe dato la possibilità anche a noi e agli avvocati di effettuare atti di cessione e acquisto d’azienda) definendoci ‘strutturalmente di parte e sottratti ai controlli dello Stato’; in seguito, nell’audizione congiunta delle Commissioni Finanze e Giustizia di Camera e Senato del 17 settembre, incalzato dal senatore Andrea de Bertoldi (FdI), con un altro giro di ruota e facendo un’affermazione opposta alla precedente, addirittura proponeva ‘di estendere alla categoria la qualifica di pubblico ufficiale’ riconoscendo ‘l’affidabilità indiscussa dei commercialisti’. Bisogna scegliere se cedere alle lusinghe sia del tutto solubile oppure no – osserva Virgillito – dalle dichiarazioni pubbliche alle identità, fino agli schieramenti politici, mai definitivi e sempre temporanei”. Sarebbe utile poi, rincara il numero uno dell’Ungdcec, “decidere se schierarsi con la liquidità tipica degli individui pronti a modellare se stessi e le proprie idee a seconda dell’interlocutore oppure con la solidità di chi ostinatamente crede nelle istituzioni che rappresenta”.

“Questo ci insegna il sociologo Zygmunt Bauman e questo ricordiamo ancora una volta a Cafiero de Raho – puntualizza Virgillito – la ‘liquidità’ delle sue affermazioni mette a rischio la credibilità stessa dell’istituzione che rappresenta”.

Aggiornato il 11 novembre 2019 alle ore 15:41