Più si infragilisce e più si incaponisce

Non durerà a lungo questo governo ma certamente cercherà di resistere con le unghie e con i denti, anzi più diventa fragile e più si incaponisce. Del resto lo sappiamo: i postcomunisti e i cattocomunisti hanno un concetto proprietario della alternanza. O loro o loro, punto. La vecchia storia del pericolo fascista, una volta era Silvio Berlusconi. Oggi l’ossessione è Matteo Salvini. Per la sinistra dall’altra parte del Parlamento esiste solo un manipolo di eversori della democrazia. Per farla breve, i comunisti si sentono eredi di Tocqueville anziché Togliatti, roba da matti.

Ecco perché nonostante sappiano bene di essere abusivi, di avere la maggioranza degli. Resistono e raddoppiano, oltretutto con una sorta di autolesionismo, perché anziché recuperare continuano sempre di più a scivolare. Dei grillini poi non ne parliamo. Oramai sono destinati all’estinzione eppure piuttosto che farsene una ragione, pontificano, comandano, imperversano e minacciano a destra e manca, senza la minima cognizione di quale sarebbe la necessita della nazione.

Per questo, diciamo che il governo farà di tutto per resistere. Tanto è vero che l’eventuale sconfitta in Emilia-Romagna non è detto che sia l’ultimo atto. Certo, se il Pd perdesse la sua regione più importante nel partito si aprirebbe una lotta deflagrante. Ma prima di saltare ci farebbero penare. Del resto, questa maggioranza è nata con l’unico scopo di impedire il voto, incassare le nomine e mantenere le poltrone, per gli alleati la gestione del potere è un fatto personale, nulla a che fare con l’interesse nazionale.

Sia chiaro: dentro la maggioranza vale per tutti. Da Matteo Renzi a Beppe Grillo, a Laura Boldrini a Nicola Zingaretti. Il Pd ha governato per cinque anni con Enrico Letta, Renzi e Paolo Gentiloni e ha fatto danni piuttosto che trovare soluzioni. Basterebbe pensare agli 80 euro, 10 miliardi l’anno se si fossero utilizzati diversamente. Con 40 miliardi, dalle tasse, alle infrastrutture, alla messa in sicurezza del territorio, quanto si sarebbe fatto. Invece di debito e propaganda personale, il jobs act non ha sortito l’effetto garantito e gli 80 euro un baffo, se non ci fosse stato Mario Draghi il Pil nemmeno se ne sarebbe accorto di Renzi.

Sui cinque stelle poi stendiamo un velo, dopo Livorno, Torino e soprattutto Roma. Sono passati al governo per regalarci l’inferno. Sia chiaro, la colpa è anche di Salvini che non doveva unirsi coi pentastellati. Ma il risultato è stato quello di un disastro già annunciato. Eppure, non mollano. Anzi pretendono di essere la barriera al pericolo dell’alternanza, una barriera fatta di tasse, manette, minacce, e nessuna soluzione per lo sviluppo e l’occupazione, basterebbe pensare a Taranto per capire quanto siano incapaci di gestire.

Al contrario sono bravissimi a millantare, illudere, suggestionare, per farlo meglio chiamano all’appello l’informazione, gli intellettuali e tutto il mondo radical chic, per impaurire la gente contro il pericolo razzista, fascista, sovranista. Una sorta di pericolo totale. Ecco perché diciamo sembra che siano gli eredi di Tocqueville e non del comunismo sconfitto dalla storia, quello del Kgb, dei carri armati sovietici in Ungheria, del muro buttato giù dal popolo per la fame, la mancanza di libertà, le persecuzioni antisemite di Stalin, basterebbe leggere Vita e destino di Vasilij Semënovič Grossman.

Bravissimi da sempre a mistificare ribaltando la realtà e nascondendo colpe e verità. Resta la certezza che mal che vada prima o poi torneremo al voto, per quanto possano resistere in questo tormento e ammesso che riescano, le elezioni ci saranno eccome. Ride bene chi ride ultimo.

Aggiornato il 15 novembre 2019 alle ore 13:35