Il tormentone dei “responsabili”

Puntuale come un orologio, ogni due per tre torna all’ordine del giorno la questione dei famosi “responsabili” eletti in Forza Italia, pronti ad andare con Matteo Renzi oppure al gruppo misto, per sostenere il Governo in caso di rischio al Senato.

Bene, anzi male, già il fatto di chiamarli responsabili è da pelle d’oca, tanto è vero che li abbiamo virgolettati, perché definire responsabile chi accorresse in soccorso di un Governo come questo, sarebbe come dichiarare lento Speedy Gonzales. Insomma, roba da matti. Ma c’è di più perché questo indecoroso tormentone oramai, anziché curiosità genera nel popolo di centrodestra sdegno e indignazione. Per farla breve, non se ne può più. Tralasciando l’elenco dei nomi che ricorrono da tempo, anche perché molti di questi in preda a crisi di coraggio si affannano a smentire al primo accenno, c’è da dire che la questione è solamente legata alla speranza di sopravvivenza personale in caso di elezioni. Insomma si tratta di personaggi molti dei quali di seconda e terza fila, che sperano di trovare alloggio in qualche lista in cambio del sostegno alla maggioranza giallorossa nella eventualità che i numeri del Senato fossero seriamente a rischio.

Ebbene, già tanto basterebbe per capire l’affidabilità di parlamentari che eletti con Forza Italia si ritroverebbero a passare nella maggioranza più di sinistra della storia messa in piedi con ipocrisia contro il centrodestra, per non parlare della Finanziaria da rapina fiscale che dovrebbero approvare. Ma se questo non bastasse, si tratta di persone che nella maggior parte dei casi senza Silvio Berlusconi sarebbero già finiti nel dimenticatoio più nascosto della vita politica, per non parlare di quelli che senza il Cavaliere non sarebbero mai nemmeno entrati né in Parlamento e né in un Governo. Qui non si tratta solo di riconoscenza, che nei partiti è come un quadrifoglio, si tratta di spessore personale ridotto alla necessità di barattare ogni principio, ammesso che ci fosse, in cambio di un seggio piuttosto che di una poltrona in qualche ente inutile o azienda di Stato che sia. Oltretutto ciò che indigna di questi personaggi è la minaccia sottile ma costante dell’abbandono, senza che alla dichiarazione segua l’azione; infatti sembra che paventino l’uscita più per la speranza di una cambiale firmata dal Cavaliere che per una diversa convinzione maturata, bella coerenza insomma.

Per farla breve, verrebbe da dire gente senza coraggio, perché ammesso che nel corso del mandato sia lecito cambiare posizione lo è molto meno girarci intorno e trasformare tutto in tormentone. Ecco la ragione per la quale se toccasse a noi di giudicare certi comportamenti non esiteremmo ad affrontare questi soggetti per obbligarli al dentro o fuori una volta per tutte; anzi di più, in certi casi saremmo proprio noi ad allontanarli definitivamente per eliminare il cruccio della mente. Del resto parliamoci chiaro, chiunque fosse disponibile a passare dal centrodestra all’alleanza con Zingaretti e la Boldrini, Conte, Renzi e i grillini, sarebbe solo un peso morto, un infiltrato, un soggetto malamente capitato, dunque meglio perderlo che tenerlo.

Oltretutto la maggior parte di questi parlamentari pronti a passare con le sardine giustificano il malsano intento con la pericolosità di stare con la Lega e con la Meloni, dimenticando che per anni ci sono stati assieme a suon di posti di governo, abbracci e baci, brindisi, successi e cene.

Verrebbe da dire est modus in rebus, tutto ha un limite, perché un conto è tenere una diversa posizione dentro una coalizione, altro conto è passare dalla croce al diavolo, dai predellini alla Boldrini. Se ne andassero pure, contano poco o niente, al centrodestra non serve queste gente.

Aggiornato il 26 novembre 2019 alle ore 11:40