Piazza Fontana cinquant’anni dopo

Sono passati cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana in cui sono morte 17 persone. Il 12 dicembre 1969, alle 16.30, una bomba ad alto potenziale esplode all’interno della Banca nazionale dell’Agricoltura di Milano. Muoiono 17 persone, i feriti sono 88. La strage cambia la storia del Paese, dando l’avvio della strategia della tensione e agli anni di piombo, segnati dal terrorismo rosso e nero. Per decenni si dipanano le indagini e i processi tra depistaggi, rinvii, condanne e sentenze ribaltate. La strage di Stato resta senza colpevoli. Ma una responsabilità viene riconosciuta: è quella del gruppo eversivo Ordine nuovo.

Un lungo applauso ha fatto seguito alla lettura dei nomi delle 17 vittime, scanditi uno per uno dalla commossa Valeria, studentessa del liceo Galileo Galilei di Voghera (Pavia). “L’incomprensione del presente – ha detto la ragazza – passa dall’ignoranza del passato, oggi più che mai appare chiaro che un Paese che non ha memoria non ha democrazia”.

Sergio Mattarella ha incontrato a Palazzo Marino le vedove dell’anarchico Giuseppe Pinelli, Licia, e del commissario Luigi Calabresi, Gemma. Per il presidente della Repubblica, “l’attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata, quindi, doppiamente colpevole”. Secondo il capo dello Stato, fu “un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali e reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent’anni dall’entrata in vigore della sua Costituzione. Disegno che venne sconfitto”.

Ad accogliere il capo dello Stato fuori dal palazzo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e il governatore lombardo Attilio Fontana e il vicepresidente dell’associazione delle vittime di piazza Fontana, Matteo Dendena. Mattarella ha ravvisato “disinvolte manipolazioni strumentali del passato, persistenti riscritture di avvenimenti, tentazioni revisioniste alimentano interpretazioni oscure entro le quali si pretende di attingere versioni a uso settario, nel tentativo di convalidare, a posteriori, scelte di schieramento, opinioni di ieri”.

La strage di Piazza Fontana fu “uno strappo lacerante recato alla pacifica vita di una comunità e di una nazione, orgogliose di essersi lasciate alle spalle le mostruosità della guerra, le difficoltà della ricostruzione morale e materiale del Paese”.

Aggiornato il 13 dicembre 2019 alle ore 12:10