Graziano Delrio non è soddisfatto dell’azione del governo giallorosso. L’ex renziano capogruppo del Pd alla Camera, ad Agorà su Rai Tre, esprime chiaramente le sue critiche all’esecutivo. “C’è un problema – sostiene – nel modo in cui stiamo governando, in cui stiamo insieme. In questi primi mesi di governo è sembrato che la squadra non giocasse tutta insieme, che ognuno andasse un po’ per conto suo. Che vuol dire che il governo deve presentarsi ai cittadini con obiettivi chiari, con uno sforzo comune senza dovere che ognuno esca dal campo dicendo questo è mio, questo è tuo. Perché così non funziona. Si vince insieme o si perde insieme. Questa è la sfida del governo”.

Intervistato da Repubblica, Delrio sostiene che dopo la legge di Bilancio sia “arrivato il momento di intervenire sui “decreti Salvini”. Partendo dalle cose che sicuramente condividiamo e che abbiamo già scritto: accogliere i rilievi fatti dal presidente della Repubblica e scrivere una nuova legge sull’immigrazione che superi l’emergenza e affronti il problema dal punto di vista strutturale. Con decreti flussi, persone che arrivano con nome e cognome, viaggi regolati dalle ambasciate e non affidati a scafisti senza scrupoli”.

Secondo l’esponente Pd il partito non sta subendo le scelte dei pentastellati: “Per noi – afferma – la parte immigrazione di quei decreti è totalmente sbagliata, il giudizio politico del Pd su questo è netto e chiaro. Sulla necessità di ripristinare il sistema degli Sprar c’è grande condivisione anche nel gruppo parlamentare M5s. Dovremo fare anche quello”. Sul fatto che Dario Franceschini abbia proposto di accontentarsi delle modifiche soft studiate dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, risponde: “Non credo nessuno si voglia accontentare. Il dovere di chi governa è valutare gli effetti delle cose che sono state fatte: l’aumento della clandestinità, l’assenza di percorsi legali, sono storture da correggere”. Il Pd è unito su questo? “Non è in discussione il nostro no ai decreti sicurezza, è in discussione da dove partire per cambiarli”.

Aggiornato il 15 gennaio 2020 alle ore 14:47