La sciagurata “mediazione”: Putin ed Erdogan ringraziano

Ringraziano? Forse no. Piuttosto se la ridono come capita a chi riceve un dono inaspettato, dovuto solo al fatto che il donante è un babbeo e non si è manco reso conto di avergli fatto un buon servizio. Annaspando sull’orlo del disastro anche all’interno del suo Movimento pentastelluto, Luigi Di Maio, si è gettato sull’affare libico proclamandosi grande mediatore.

Grande, quindi, come uomo politico della scena mondiale. Così gli è sembrato e gli sembra e, forse, non capirà mai che quella sciagurata mediazione è stata un regalo per Russi e Turchi e un altro pezzo di disastro per l’Italia. Che la smettano di ammazzarsi tra loro i libici è certo cosa buona. Per loro, ma anche per noi. La guerra in Libia significa ulteriore flusso di profughi, altro reclutamento di terroristi, guai per i “vicini di casa”. Che siamo noi.

Ma la mediazione, proclamata ai quattro venti con invito sbandierato alle “parti in causa” a venire al Tavolo Italiano è stata una sciagura per noi e per gli stessi Libici, una parte dei quali non ha accettato tanta generosità senza gravi preoccupazioni.

Russi di Putin e Turchi di Erdogan sono stati proclamati al Mondo da quel barbieretto in veste di Ministro degli Esteri che è Luigi Di Maio, come “parti in causa” della guerra di Libia, cioè come parti di una grossa partita mediterranea, dalla quale la Russia è stata sempre esclusa e la Turchia lo è stata almeno dal 1912. Senza colpo ferire hanno vinto la più difficile ed onerosa parte della loro battaglia. Vinta prima di combatterla. Così da dover ringraziare Di Maio e la sua bramosia di defilarsi dalla sua difficile posizione sullo scenario politico italiano. Direi piuttosto da ridersela alle spalle di chi ha fatto loro un tale regalo per il solo gusto di pavoneggiarsi. E di quelli che accettano il pavoneggiamento.

Non credo, però che le vere parti in causa della questione libica, della politica e del bilanciamento di forze e di interessi nel Mediterraneo avranno apprezzato sul serio questa gran coglionata del “grande mediatore”, con la quale ogni ostacolo alla penetrazione Russa e Turca nel Canale di Sicilia è stata rimossa prima ancora di essere stata opposta a qualcuno.

Scompare la possibilità di embargo delle armi alle parti belligeranti e di arrivo di truppe in loro aiuto. Scompare la possibilità di restringere al massimo i termini della controversia. E si ufficializzano le difese degli interessi Turchi e Russi. Potrebbe essere addirittura una svolta, una brutta svolta epocale nella politica mediterranea.

E Di Maio vorrà gloriarsene. Logico. Ognuno cerca di farlo con quel che può e come può. Ma in genere certe posizioni politiche non si trovano per strada, non te le regala nessuno. Nessuno che abbia un cervello. O, invece, quelli che lo hanno raffinato e perfido. E noi siamo ancora una volta vittime di chi, in nome dell’antipolitica, giuoca a far il grande politico. Il grande babbeo, che fa ridere i suoi beneficiati.

Aggiornato il 15 gennaio 2020 alle ore 14:39