Il Pd “archivia” il Jobs Act renziano: “Va rivisto, ora nuovo Statuto dei lavoratori”

A Matteo Renzi non piace il “nuovo Pd”. Il partito di cui è stato il dominus assoluto ora prova a smontare pezzo per pezzo i simboli dell’era renziana. A partire dal più rappresentativo della stagione governativa di centrosinistra: il Jobs Act. Giuseppe Provenzano non ha dubbi. Il ministro dem per il Sud e la Coesione territoriale, in un’intervista alla Stampa, sgancia la “bomba”. “Dobbiamo rappresentare – sostiene – una vera discontinuità non solo rispetto al governo gialloverde, ma anche rispetto agli ultimi vent’anni, che hanno reso il nostro Paese il più diseguale d’Europa”.

Per Provenzano, “il Jobs act va rivisto. È tempo di un nuovo Statuto dei lavoratori. Dobbiamo operare una discontinuità anche verso noi stessi e alcune scelte del passato. In Italia c’è un tessuto lacerato: se dobbiamo riprendere un filo con cui tessere una nostra trama, quel filo è il lavoro. Che può unire il Paese, rispondere alle ansie dei ceti medi impoveriti del Nord e alla fame di lavoro del Sud, dei giovani e delle donne”.

Come intervenire? “Anzitutto – risponde Provenzano – bisogna crearlo, rilanciando gli investimenti. E bisogna riconoscergli dignità. A cinquant’anni di distanza, ci vuole un nuovo Statuto dei lavoratori. Che sancisca una cosa semplice: a parità di lavoro deve corrispondere parità di diritti e salario. Abbiamo cominciato a rispondere al quesito salariale togliendo tasse dallo stipendio dei lavoratori. Ma servono altri strumenti”.

“Bisogna garantire – sottolinea – una retribuzione giusta, dando valore erga omnes ai contratti sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. E serve una riforma fiscale che aumenti la progressività: quando sono nato io, nell’82, le aliquote andavano dal 18 per cento per i redditi bassi al 65 per quelli alti. Nei decenni si sono concentrate invece sulla fascia media. Cancelliamo le storture dei decreti sicurezza – propone sul tema migranti – e cambiamo la legge Bossi-Fini”. Infine, si rivolge a Cinque Stelle e Italia viva: “Matteo Renzi e il Movimento cinque stelle decidano da che parte stare tra destra e sinistra”.

Aggiornato il 16 gennaio 2020 alle ore 13:20