Siamo al tutti contro tutti

mercoledì 12 febbraio 2020


Inutile girarci intorno, come era ovvio che fosse, la situazione nella maggioranza è sfuggita di mano e la conseguenza è ciò che vediamo, guerra di tutti contro tutti alla faccia del Paese e dei problemi veri. Probabilmente non salteranno adesso perché troppo ghiotta l’occasione di tenersi centinaia di poltrone che se si tornasse al voto sarebbe spazzata via in un colpo solo, ma certamente non dureranno quanto vorrebbero durare.

Insomma al di là dello spettacolo a cui assistiamo la crisi di governo per ora è rimandata, anche perché al solo accenno torna in campo ogni volta la cosiddetta pattuglia dei responsabili che dal gruppo misto e da forza Italia sarebbe pronta a sostenere Giuseppe Conte al posto dei renziani. Sia chiaro parliamo di voci ma talmente ricorrenti che alla fine diventano attendibili e per farla breve i responsabili ci sarebbero sul serio seppure con l’unica responsabilità di mantenere il seggio in parlamento.

Del resto quale responsabilità ci sia nel passare da Forza Italia, al sostegno del governo più di sinistra della storia, lo spiegheranno agli elettori che li hanno votati, come spiegheranno la ragione della conversione al giustizialismo e al tassa e spendi del Conte bis. Certo se fossimo in Silvio Berlusconi li avremmo già cacciati via questi signori, tenersi dentro gente poco affidabile pronta a passare dalla croce al diavolo per convenienza e opportunismo non serve a niente, meglio soli che male accompagnati.

Oltretutto guarda caso la maggior parte dei cosiddetti responsabili proviene dalla Democrazia cristiana, quella componente che al Cavaliere ha creato sempre grandi problemi anche quando forza Italia era al 30 percento. Si tratta dei centristi, i moderati, gli stessi che Matteo Renzi vorrebbe rappresentare, salvo la stranezza che proprio loro sarebbero pronti a sostituirlo se Italia viva voltasse le spalle a Conte, una stravaganza che chiunque si ponga al centro è costretto a subire.

Perché sia chiaro l’inaffidabilità del centro politico in quanto tale è proprio questa, che ogni scusa è buona per voltare gabbana e passare da una parte all’altra, ecco il motivo per il quale abbiamo sempre detto che in politica come nella vita la moderazione è un trompe l’oeil, tutto da chiarire. Basti pensare alle sardine che da sinistra si dichiarano moderate contro la “violenza” di Matteo Salvini e della Giorgia Meloni, con offese e istigazioni irripetibili e una muscolarità pericolosa, alla faccia della moderazione e non violenza.

Oppure sempre a proposito di moderazione si pensi al nuovo umanesimo di Conte, che ha benedetto la prescrizione di Alfonso Bonafede, una finanziaria tasse e manette e presiede il Governo più giustizialista e forcaiolo della storia. Insomma è tutto un controsenso e un festival dell’ipocrisia politica intorno al quale soggiace un paese, il nostro, che diventa sempre più vecchio, debole, povero e meno interessante per gli investimenti, l’intrapresa e qualsiasi iniziativa imprenditoriale.

Tanto è vero che mentre governo e maggioranza si sbranano, minacciando ogni giorno una rottura che nessuno vuole, L’Italia va a rotoli, dall’Ilva, all’Alitalia che alla fine ci costerà più dell’Imu, all’Air Italy che chiude, all’Unicredit che licenzia, ai 160 tavoli di crisi aziendali, alla decrescita di tutto. Ecco perché siamo nei guai seri, perché quando governo e maggioranza sono allo sbando, alla guerra, alla liquefazione elettorale, come adesso, il Paese va alla deriva e verso gli scogli, rischiando un conto che almeno in parte ancora è possibile evitare, cosa si aspetta a farci votare?


di Alfredo Mosca