Prescrizione: il ritrovato protagonismo renziano

Il governo rinuncia a inserire la prescrizione come emendamento al Milleproroghe. Nicola Zingaretti attacca Italia viva. Ma il braccio di ferro fa emergere, ancora una volta, il ritrovato protagonismo di Matteo Renzi. Intervenuto stamattina a Radio Anch’io su Radio Uno, l’ex premier è tornato ad attaccare il provvedimento firmato dal ministro grillino della Giustizia Alfonso Bonafede.

“Dei responsabili che prendono il nostro posto? Ma magari, se le trovassero delle persone che si votano leggi assurde e giustizialiste”. Con queste parole Renzi respinge l’ipotesi di un’uscita dal governo del suo partito. Sul lodo Conte bis, “stiamo parlando di una norma proposta più da un azzeccagarbugli che da un governo e che già alcuni autorevoli giuristi hanno definito anticostituzionale. Le cose non si possono fare a capocchia. Ma di che parliamo?”.

Il leader di Italia via ricorda la proposta del suo partito. “Era più logica quella di Lucia Annibali, di rinviare di un anno. Ma qui si vuole fare una guerra ideologica su niente. Ma io su questo non mollo, questo giochino del ricatto non funziona con me”, ribadisce. Quindi non sosterrà il ddl che recepisce il lodo Conte bis? “No perché quella norma non va bene, perché non sta né in cielo né in terra, perché viola almeno tre principi costituzionali. Si chiamino esperti e non i deejay per trovare una soluzione. Per fare un compromesso bisogna essere in due, perché se tu dici ‘mangi sta minestra o salta dalla finestra’, hanno preso la persona sbagliata. Mi spiace per il Pd, una volta era la casa dei garantisti, ora insegue i grillini”.

E ancora: “Il lodo Conte viola almeno tre principi costituzionali ed è una norma fatta non per risolvere i problemi dei cittadini ma per mediare tra esigenze della maggioranza”. Sulla possibilità di ritirare il lodo Annibali, Renzi ha replicato: “No, non ritiro niente”.

Aggiornato il 12 febbraio 2020 alle ore 13:08