Prescrizione, le ministre renziane diserteranno il Cdm

Le ministre di Italia viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti non dovrebbero partecipare al Consiglio dei ministri di stasera. Lo ha ordinato Matteo Renzi.  “Non andiamo stasera al Cdm – hanno dichiarato – perché siamo contrarie al lodo Conte e quindi per coerenza non ci saremo. Il testo se lo voteranno gli altri”.

A questo punto, la crisi di governo è davvero dietro l’angolo. Lo stesso ex premier sulla sua e-news non lascia spazio a equivoci. “Sulla battaglia della giustizia giusta – ha scritto Renzi – non molliamo perché è una questione di civiltà. Ci sono più di mille innocenti mandati in carcere ogni anno. Lo Stato spende milioni e milioni di euro per i casi di malagiustizia. La Corte Costituzionale ha affrontato ieri i primi ricorsi contro le leggi di Bonafede dello scorso anno e ha già pronunciato la prima sentenza di incostituzionalità”.

Secondo l’ex premier, “è chiaramente incostituzionale anche la proposta contenuta nel cosiddetto lodo Conte. Dunque: su questo tema, non si molla. Noi con i garantisti, gli altri con i giustizialisti. Perché il garantismo sta al giustizialismo come la democrazia sta alla dittatura – aggiunge –. Ieri, intanto, si è votato il lodo Annibali alla Camera: se fosse passata la proposta di Lucia Annibali, sarebbe tornata in vigore la legge del Pd fatta da Andrea Orlando & Paolo Gentiloni. Invece il Pd – incredibilmente – pur di votare contro Italia viva, ha tenuto in vigore la legge populista fatta da Alfonso Bonafede & Matteo Salvini”.

Renzi ha lanciato il suo ultimatum al ministro della Giustizia. “Quanto a Bonafede, che ci accusa di molestarlo (ma l’ex Deejay avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un reato?), noi auguriamo al Ministro buon lavoro. Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci vediamo in Senato”.

D’altro canto, il vicesegretario del Pd Orlando sostiene di non temere le urne. “Lasciare il governo impantanato all’infinito sulla prescrizione – afferma – non è un bene per il governo, ma i governi possono cambiare e si può andare a votare. E, rispetto all’ipotesi di dar vita a nuove maggioranze in caso di crisi, conclude: “Non siamo interessati a questo disegno”.

Aggiornato il 13 febbraio 2020 alle ore 18:09