Sul Coronavirus non era allarmismo, il ministro Speranza ci dà ragione

Alla fine lo hanno dovuto ammettere. Il ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo ad Agorà su Raitre ha ammesso che le misure fin qui prese per arginare i rischi del Coranavirus si sono dimostrare giuste, idonee e per ora efficaci. Di più. Le posizioni precauzionali culminate col blocco dei voli dalla Cina, in un primo tempo derise e definite “razziste”, “allarmiste” e c’è chi ha detto “fasciste”, ora invece sono definite esemplari. “Siamo all’avanguardia in Europa”, ha dichiarato Speranza. “Così come siamo l’unico Paese che ha sostanzialmente sospeso i voli dal 30 di gennaio. Siamo anche l’unico Paese d’Europa in cui tutti gli aeroporti sono attivi i termoscanner”.

Ci voleva tanto? C’è voluto tantissimo! Non vi illudete che questa sia l’idea che hanno in testa a sinistra. È il risultato di una opposizione dura, a tratti anche canzonatoria, ma inflessibile. E ora l’aplomb scientifico e il buonsenso istituzionale che sfoggia il parlamentare di Liberi e uguali, e come lui il ministro pentastellato Luigi Di Maio e gli altri accodati, è l’esito di una crociata antipropaganda ferro e fuoco dei vari Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro, Nicola Porro, Maria Giovanna Maglie, Paolo Liguori, Alessandro Sallusti. Compresa L’Opinione, e non da ultima, con il direttore Arturo Diaconale che ancora si batte per la quarantena ai 2.500 cinesi in rientro dalla Cina a Prato. Per far entrare in testa un’idea sana ai testoni del soviet ci vuole una rivoluzione.

O il martello pneumatico. Il buon senso secondo loro è reazionario. Mancano proprio dei parametri della ragionevolezza chiusi come sono nelle loro idee a senso unico. Ma ricordate cosa girava all’indomani del boom dell’epidemia contro chi chiedeva seri provvedimenti? Che eravamo i soliti fascisti all’assalto e che dopo i neri ce l’avevamo coi cinesi, che spargevamo allarmi ingiustificati e tifavamo per l’odio. Titoloni offensivi, paginate contro la serietà, i vari caffè velenosi di Massimo Gramellini, le satire odiose di Gianluca Nicoletti, le Lilli Gruber isteriche, le Bianca Berlinguer in cattedra, le Concite De Gregorio beffarde “lasciamo cadere questi soliti picchiatori”.

Eravamo noi che facevamo disinformazione mentre scorrevano le prime immagini agghiaccianti dalla Cina, mentre l’Oms dava l’allarme mondiale, mentre gli esperti allertavano sulla pericolosità dei contagi. Chi ha sollevato la necessità di misure stringenti è stato etichettato un antisemita. Frasi gravissime, secondo me. Il solito Vauro, il solito Fabio Fazio, i soliti campioni della demonizzazione di chi non la pensa come loro. Di Matteo Salvini che dire, solo per aver sostenuto “ora almeno mi darete ragione sul decreto sicurezza” lo hanno inquisito a raffica e gli hanno votato al volo l’autorizzazione a procedere. Poi lo hanno esposto sui vari media come un nazista disumano per aver detto che “salvaguardare i confini è difendere la nazione”.

Secondo Carola Rackete uno così merita l’ergastolo. Giorgia Meloni, che pure è considerata più diplomatica, è stata minacciata di morte per essersi schierata per misure stringenti. Le sardine sono zompate ovunque a fare la loro scema opera di delegittimazione. Per Feltri è stata richiesta l’autombulanza. Per Belpietro la radiazione. Ma la squadra degli opinionisti, dei commentatori, degli osservatori razionali e lucidi non si è fatta intimidire. Sarà, come dice Feltri, che di fronte ai virus uno ha paura di morire, ma si sono impegnati tutti. Mario Giordano ha fatto una puntata tutta urlata e a “Dritto e rovescio” poco ci manca che il compassato Paolo del Debbio venisse alle mani con una sardina con gli occhi a mandorla che millantava discriminazione con un cartello “io non sono un virus”.

Tutto questo per sentire il ministro Speranza ammettere che quelle misure così duramente pretese sono un fiore all’occhiello. Questo governo, e il ministro Speranza, se non fosse che stanno usurpando una maggioranza e conducendo un paese allo sbando, farebbero compassione. In tutto questo il concetto di opposizione e la sua necessità imprescindibile per l’equilibrio e il pluralismo dell’informazione è svuotato. Invece fare opposizione è un dovere assoluto, come dimostra anche questa emergenza, e se necessario ci sarà da calarsi l’elmetto e farli prigionieri. Poi, vedrete, ci daranno ragione.

Aggiornato il 20 febbraio 2020 alle ore 11:55