Economia giù, il Paese affondato da Mattarella e Conte

Guardatevi in giro. Siamo un Paese a dir poco in grande difficoltà. Difficoltà economica innanzitutto, con all’orizzonte nessuna possibilità e capacità di ripresa. Questo è il risultato di anni ed anni di imperio dei giudici. Difficoltà economica e sociale a fronte delle belle nostre città ricolme ed invase di migranti clandestini irregolari di tutte le etnie possibili e immaginabili. Un’invasione fuori controllo.

Ma il “bello” deve ancora venire. Presto le già migliaia saranno milioni con la politica di Luciana Lamorgese che non è stata mai votata da nessuno degli italiani. Si tratta di una difficoltà secondariamente politico-istituzionale dato che i pentastellati con i dem e Matteo Renzi, avvinghiati alla poltrona e soprattutto agli stipendi pubblici pagati loro da noi tutti, impediscono ed ostacolano, con il consenso del capo dello Stato Sergio Mattarella e l’ineletto – anche lui – Giuseppe Conte, il legittimo voto popolare di noi tutti.

Osserviamo l’immenso apparato pubblico istituzionale italiano che non produce niente e che assorbe a iosa le nostre esose tasse. Osserviamo l’inflizione della prescrizione ad opera dei giustizialisti – per gli altri – Cinque Stelle coadiuvati da tutti i dem (Renzi incluso) attaccati alla poltrona e che per la poltrona rendono così tutti gli italiani colpevoli a vita. Tenere bene a mente. E ancora difficoltà politica. Ove i politici, con la loro stessa presenza, impediscono al Paese di poter liberarsi e crescere.

Eppure gli esempi in giro di Stati resisi liberi di crescere ce ne sono. Si guardi al Regno Unito che sta prendendo la rincorsa dopo Brexit, riorganizzandosi. Proprio a cominciare dall’immigrazione. Infatti, per vivere a Londra si dovrà conoscere la lingua inglese e dimostrare di avere un lavoro effettivo. O come il grande esempio di Donald Trump che sta facendo, con successo, ciò che ha promesso: fare di nuovo “grande” gli Usa. In Italia non si vota e non si cresce, non si cresce e non si vota. Siamo fermi, a guardare tutto che non va, senza la benché minima possibilità di rialzarci. Buona fortuna a tutti.

Aggiornato il 21 febbraio 2020 alle ore 22:18