Altro che sciacalli

Tolta subito di mezzo la voglia idiota di fare la gara a chi è più bravo, ancora una volta dobbiamo constatare la mediocrità di una maggioranza di governo capace soprattutto di insolentire a prescindere. Per qualche settimana infatti abbiamo assistito alle accuse di sciacallaggio verso la lega e i governatori del nord che chiedevano sin dall’inizio del fenomeno virale covid 19 misure drastiche e stringenti per il controllo e il contenimento.

Per farla breve dal governo e dalla maggioranza più di sinistra della storia anziché attenzione verso proposte, che giuste oppure eccessive, avrebbero dovuto essere valutate, c’è stato un coro di insolenze per risposta, assieme ad una sfilata di presenze in ristoranti e negozi cinesi. Come se la passerella dei politici in quei luoghi garantisse la protezione o l’esclusione della diffusione del virus, quando era ovvio che il problema non fosse qualche esercizio commerciale gestito da cinesi, ma una serie di misure che in emergenza nazionale non sono mai troppe.

Del resto delle due l’una, o siamo in allarme rosso e dunque ogni precauzione per quanto estrema non può mai considerarsi eccessiva, oppure non siamo in allarme rosso ed allora è tutta un’altra storia. Va da sé infatti che di fronte ad un animaletto invisibile che da subito si è dimostrato aggressivo e pericoloso ogni titubanza potrebbe essere fatale, ecco perché c’è poco da accusare di sciacallaggio chi propone misure più radicali e tempestive.

Sia come sia e al netto dell’errore di sottovalutazione, alcune domande sorgono spontanee, può un Premier di fronte ad un fenomeno tanto allarmante a livello planetario, dichiararsi sorpreso? Oppure un governo prendere misure chiaramente inutili come il blocco dei voli dalla Cina? Perché sia chiaro tanto la prima che la seconda sono incredibili per leggerezza visto che per arrivare dalla Cina basta passare per altri scali, dunque o si blocca tutto come in America oppure la misura non serve, come non serve anzi scoraggia sentire un Premier dichiararsi stupito della diffusione.

E qui torniamo all’emergenza nazionale di fronte alla quale nulla può considerarsi troppo, perché avverso un virus aggressivo per il quale ancora non c’è vaccino e che si diffonde con grande rapidità, meglio sempre sopravvalutare piuttosto che il contrario. Dopodiché è assolutamente giusto l’invito del Capo dello Stato alla unità e alla solidarietà della politica e del paese in un frangente così estremo, visto che adesso serve solo di fare tutto e tutti insieme anche l’impossibile per evitare il peggio.

Ecco il motivo per cui a partire dagli italiani è indispensabile l’adozione di qualunque precauzione dettata dal buon senso e dalla ragione, perché la limitazione dei danni e delle conseguenze nasce dalla somma degli interventi dello Stato e dei comportamenti della gente.

Insomma serve un contributo collettivo, che non deve essere paranoico ma nemmeno di trascuratezza nei confronti dei suggerimenti degli esperti e delle conoscenze legate alle esperienze precedenti seppure in qualche modo differenti. Serve un clima di consapevolezza della situazione e la partecipazione di tutti ad una soluzione che solamente così potrà arrivare prima di quanto non sarebbe se ci disperdessimo in accuse incrociate e provocazioni sciocche sulle proposte e sulle indicazioni.

Da ultimo per il futuro, serve rilevare la necessità di una giusta diffidenza per la Cina nel senso statuale, perché piaccia o no si conferma che verso i totalitarismi in cui la censura e la mancanza di libertà primeggiano, la fiducia va centellinata sempre, insomma ha ragione Trump, eccome.

Aggiornato il 24 febbraio 2020 alle ore 10:08