Questo governo è assolutamente inadeguato a gestire la crisi del Coronavirus

Se si effettua una analisi delle azioni politiche messe in campo dal governo italiano e dal ministro Roberto Speranza per fronteggiare la crisi del Coronavirus, specie adesso che il problema è esploso, una sola parola può venire in mente: inadeguatezza. Invece la insopportabile cappa mediatica montata a tutela del governo già inizia a parlare di inevitabilità. Ma la parola “inevitabile” si utilizza quando si sono messe in atto tutte le misure di controllo e precauzione e dalla maglia sfugge un caso isolato. Un paese dove sono ad esempio stati fatti controlli adeguati sono gli Usa, dove sin dal 20 gennaio si ha avuto un’alta attenzione nei confronti del problema e dai primi di febbraio sono stati bloccati i rientri da tutti gli stranieri provenienti dalla Cina con voli diretti e indiretti (con polemiche da parte dei politicamente corretti). Oltre ovviamente a sottoporre a controlli i cittadini americani provenienti dalle zone di contagio. Se da una tale rete di sicurezza, che ad oggi ha garantito negli Usa solo una manciata di contagiati ben controllati a fronte di una popolazione quattro volte quella italiana e rapporti commerciali più di venti volte quelli italiani, dovesse sfuggire un caso isolato, allora si potrebbe parlare di “caso” o di episodio “inevitabile” (ma sono sicuro ci sarebbe comunque la ricerca delle responsabilità).

Qui da noi? Prima del 31 gennaio non è stato preso alcun tipo di provvedimento (i controlli termici fatti all’aeroporto sono una tragicomica, in quanto il soggetto potrebbe passare senza sintomi e dopo due giorni avere la febbre e diventare contagioso). Personalmente ho capito la gravità della situazione quando si è scoperto che turisti cinesi provenienti da Wuhan (epicentro della malattia in quarantena dal 22 gennaio) giravano su e giù per l’Italia senza alcun controllo. Siamo stati estremamente fortunati a Roma in quanto i due anziani turisti cinesi, bontà loro, al primo sintomo di influenza si sono barricati in stanza invece di proseguire la vacanza (comportamento a ben vedere più simile allo stereotipo del maschio italiano che si dichiara moribondo con 37.2 di febbre che al tipico comportamento di un cittadino cinese). Sarebbe bastata che i due turisti avessero passato una mezza giornata in giro sui mezzi pubblici per avere il rischio di un alto numero di contagi proprio in piena capitale. Tale fatto, con una certa ironia, venne scoperto appena due ore dopo la relazione del ministro Speranza al Parlamento italiano, due ore dopo scroscianti applausi e pacche sulle spalle mentre si descriveva una inesistente situazione di tranquillità.

A quel punto il governo decide un unico provvedimento: bloccare tutti i voli diretti dalla Cina (31 gennaio). Provvedimento totalmente inutile (giudizio non mio ma del professor Walter Ricciardi dell’Oms) in quanto poi, come ampiamente testimoniato, le persone arrivano in Italia dalle zone a rischio senza alcun controllo con voli indiretti. Nel frattempo dalla maggioranza parlamentare e da tutti i media vicini alla sinistra e al governo, cioè la stragrande maggioranza, per giorni proveniva un coro di condanna per il razzismo di tutti coloro che chiedevano maggiori misure e maggiore attenzione. Tipico esempio ne è il governatore della Toscana il quale, con un vero colpo di genialità, voleva far rientrare 2.500 persone dalla Cina nelle città di Prato e Firenze senza alcun controllo. Solo dopo la levata di scudi di tutta la comunità scientifica (Roberto Burioni, Ordine dei medici Toscana, Associazione italiana medici oculisti) il governatore ha deciso di adottare una quarantena volontaria, comunque molto pericolosa, che se darà effetto sarà solo per l’alto senso civico dei cittadini cinesi. Ma ovviamente anche altre regioni ci hanno messo del loro: ad esempio il Veneto aveva bloccato i test sui cinesi al rientro dalla Cina.

Quando poi si scopre che da questa inesistente rete di sicurezza e controlli è sfuggito il soggetto che ha causato già 80 contagiati nel Nord Italia (conto al 23 febbraio destinato a crescere) non si può parlare di casualità. Se purtroppo l’Italia si trova con più contagiati da sola che in tutto l’occidente sommato insieme non potremo parlare di casualità. Il termine giusto da usare è inadeguatezza! A fronte della quale il governo, non contento, decide di chiudere gli stadi (all’aperto) in Lombardia e Veneto ma lascia aperti centri commerciali, cinema, teatri (o la quarantena occorre e la si fa bene, o si tratta solo di provvedimenti per finire sui giornali facendo vedere di star facendo qualcosa). Nei momenti di emergenza occorrono persone preparate in grado di assumere decisioni forti. Non è una questione di colori politici. È questione di competenze specifiche e capacità decisionali. Affidare questo momento alla guida di Roberto Speranza, un uomo senza alcun incarico di rilievo nel curriculum, mi fa pensare molto ad una Inghilterra antinazista che affida la sua guida a Groucho Marx invece che a Winston Churchill. Sono stati già fatti troppi errori, spero che qualcuno se ne assuma le responsabilità e ne tragga le conseguenze. Spero in prossime dimissioni del ministro.

 

 

Aggiornato il 24 febbraio 2020 alle ore 15:30