Coronavirus, Di Maio: “Italia non sarà outlet di imprese straniere”

“Degli incentivi per l’export si gioveranno soprattutto le imprese, che bisogna mettere al riparo, continuando a garantire loro competitività nei mercati”. Lo sostiene Luigi Di Maio in un’intervista al Sole 24 ore. Il ministro degli Esteri grillino parla della fantomatica “Fase due” e plaude al Decreto legge Imprese, rivendicando il sostegno alle esportazioni, vale a dire, garanzie per 50 miliardi, a cui nel 2021 dovrebbero aggiungersi 200 miliardi per nuovi investimenti. “Lo Stato – sottolinea – farà di tutto per assicurare che gli asset strategici nazionali siano protetti. L’Italia non diventerà l’outlet di altre nazioni come nel 2008”.

Con il Decreto legge liquidità “abbiamo deciso di affiancare al tradizionale ruolo del Fondo centrale di garanzia un nuovo ruolo di Sace (una società per azioni del gruppo italiano Cassa depositi e prestiti, ndr), che da un lato per la prima volta permette di erogare garanzie in favore delle operazioni di finanziamento richieste dalle imprese di maggiore dimensione al sistema bancario e dall’altro consente di rafforzare il sostegno finanziario all’export”. Le aziende italiane “hanno le potenzialità per recuperare ed è nostro compito fare di più e meglio per adeguare il sistema di supporto all’export alle nuove esigenze”.

Fra le misure su cui punta il ministro figura “una rilevante offerta di finanza agevolata per l’export, la comunicazione strategica, con una incisiva campagna di nation branding, una strategia di e-commerce più vasta e aggressiva, un ampliamento del perimetro territoriale e un incremento degli accordi con la grande distribuzione organizzata internazionale, un significativo sforzo nella digitalizzazione. E abbiamo inserito tutte le deroghe che servono affinché questi soldi non si debbano spendere seguendo i tempi della burocrazia”. Si pensa inoltre “a un rafforzamento e a un ammodernamento del sistema fieristico, che va assolutamente tutelato”.

Di Maio sostiene che sulle riaperture, “sarà il comitato scientifico a dirci quali passi andranno compiuti, ma bisogna essere cauti, perché se sbagliamo i tempi della fase due torniamo in lockdown e ricominciamo daccapo. L’importante sarà mantenere lo spirito propositivo che il governo sta mostrando. Unità e compattezza sono le parole chiave. Chi in un momento come questo parla di un nuovo governo, con quello che stiamo attraversando, è fuori dal mondo”.

 

 

 

Aggiornato il 08 aprile 2020 alle ore 14:57