Open Arms, Giunta dice “no” al processo a Salvini

La Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ha negato il processo a Matteo Salvini sulla vicenda Open Arms. Tredici senatori hanno detto “no” all’autorizzazione, sette i favorevoli. Sono stati decisivi l’ex grillino Mario Giarrusso, la pentastellata Alessandra Riccardi e i tre renziani che non votano. Per Italia viva, la “responsabilità dell’allora ministro dell’Interno non era esclusiva”. A questo punto la richiesta di autorizzazione a procedere dovrà essere esaminata dall’Aula e la proposta di diniego avanzata dalla Giunta per essere confermata dovrà essere approvata con 161 voti, la maggioranza assoluta dell’Assemblea. Altrimenti si considererà respinta. “Ho votato no all’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro Salvini – afferma la senatrice Riccardi – semplicemente perché, come nel caso della Diciotti, a mio avviso sussisteva anche in questo caso l’azione di governo nel perseguimento della politica dei flussi migratori”. A chi le chiede se il voto di oggi rappresenti il ‘preludio’ di un suo passaggio alla Lega, la parlamentare replica: “Io sono nel Movimento”.

“Italia Viva non ha partecipato al voto” ma “l’esito” della votazione “sarebbe stato comunque favorevole al voto della Giunta”, dal momento che “ci sono stati 13 voti a favore” della relazione del presidente, ha detto Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e presidente della Giunta per le immunità parlamentari di Palazzo Madama. “Adesso il tema passa all’esame dell’Aula, quindi la Giunta ha concluso il suo lavoro. Come relatore sono soddisfatto che il lavoro svolto abbia trovato una conferma”.

Il capogruppo renziano in Giunta per le autorizzazioni del Senato, Francesco Bonifazi sostiene che Italia viva non ci sia stata “un’istruttoria seria, così come avevamo richiesto sia in questo caso che nella precedente vicenda Gregoretti: era necessario ricevere indicazioni sui rischi reali di terrorismo e sullo stato di salute riguardo alle imbarcazioni bloccate in mare dall’ex ministro dell’Interno, che non sono arrivate”.

Secondo Bonifazi, “la motivazione principale per cui Italia viva decide di non partecipare al voto risiede però nel fatto che, dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Interno dei fatti contestati. Diversamente, pare che le determinazioni assunte da quest’ultimo abbiano sempre incontrato, direttamente o indirettamente, l’avallo governativo. Numerosi sono dunque i dubbi che ancora oggi residuano in riferimento al caso Open Arms. Sarebbe stato opportuno che tali incertezze venissero chiarite mediante un’attività istruttoria ulteriore”. Bonifazi rivendica la coerenza del suo gruppo: “Allo stato dell’arte, Italia viva, coerentemente con le posizioni tenute nelle precedenti votazioni, ed in mancanza degli elementi istruttori richiesti, decide di non partecipare al voto”.

Aggiornato il 26 maggio 2020 alle ore 13:08